Come l'FBI scopre se sei un soggetto pericoloso

L’FBI utilizza il questionario di 48 domande per tracciare un profilo preliminare del grado di radicalizzazione di un soggetto

16 Febbraio 2017
Fonte: Pixabay

The Intercept, il giornale di Gleen Greenwald, ha recentemente pubblicato un documento che riporta un modello di interrogatorio utilizzato dall’FBI per scoprire eventuali soggetti sensibili alla radicalizzazione. Secondo il giornale, il questionario sarebbe composto da 48 domande formulate appositamente per adattarsi a qualsiasi soggetto interrogato. A ogni risposta viene dato un punteggio e al termine dell’interrogatorio sarebbe possibile indicare su una scala da 1 a 100 il grado ipotetico di radicalizzazione dell’interrogato. Da questa indicazione preliminare, le autorità federali decidono come portare avanti le indagini.

Ovviamente, le risposte non sono di per sé delle prove contro il soggetto, ma hanno un peso importante sul modo in cui è approcciata l’inchiesta da parte dei servizi segreti.

Le 48 domande

Le 48 domande del questionario sono formulate appositamente per analizzare diversi aspetti dei comportamenti e della personalità del soggetto intervistato. Alcune di queste vanno a toccare aspetti personali, traumi subiti, umiliazioni e privazioni degli affetti. Altre sono, invece, più dirette e chiedono esplicitamente informazioni riguardo i comportamenti tenuti. Del secondo gruppo fanno per esempio parte le domande riguardo la facilità del soggetto a reperire armi, la frequenza dei viaggi o l’abitudine a utilizzare droga e alcool.

Per esempio, un soggetto che dichiara di aver subito violenza, di far uso di sostanze stupefacenti e di viaggiare molto, sarebbe ritenuto più incline alla radicalizzazione di un altro che, mantenendo invariate le risposte alle altre domande, risponde negativamente a questi tre quesiti.

I dubbi sul metodo del questionario

Come già scritto, il questionario ha solo un carattere indicativo, ma può pesare a sufficienza sulle indagini. Molti esperti di intelligence hanno giudicato questo metodo di analisi preliminare troppo superficiale. Karen Greenberg, professoressa e direttrice della Fordham Law School’s Center on National Security, sottolinea quanto sia pericoloso fidarsi di un modello statistico per condurre indagini che cercano di analizzare gli aspetti psicologici delle persone. Se è vero che esistono delle correlazioni fra certi comportamenti o eventi traumatici e il rischio di radicalizzazione di un soggetto, altrettanto vero che ogni generalizzazione è pericolosa.

L’utilizzo dei questionari preliminari è solo l’ultimo dei metodi d’indagine dell’FBI messi sotto accusa per la loro eticità cosi come per l’efficacia.

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