Covid, il sintomo da cui possono volerci anni per riprendersi

Gli scienziati stanno imparando molto sul Coronavirus e sulla durata dei sintomi: per gusto e olfatto ci vogliono anche due anni, lo studio

18 Agosto 2022

La maggior parte delle persone che hanno, avranno o hanno avuto il COVID-19 sperimentano i sintomi per pochi giorni o settimane e poi si riprendono. Tuttavia, non tutti lo scrollano di dosso completamente: per alcuni, l’incubo del Coronavirus continua anche per diversi mesi. Questo gruppo di persone, che sperimenta gli strascichi del virus per più di 12 settimane, fa parte di una coorte crescente di pazienti cosiddetti “long Covid”.

Condotto da ricercatori provenienti da Italia e Regno Unito, un nuovo studio ha cercato di capire per quanto tempo durano alcuni sintomi di COVID-19 .

In particolare, gli autori volevano sapere quanto tempo impiegano i pazienti lievemente sintomatici a riprendersi da alcuni dei primi sintomi di COVID-19, vale a dire la perdita del senso del gusto e dell’olfatto.

Lo studio ha concluso che la maggior parte dei pazienti ha recuperato l’olfatto entro due anni. Nella discussione del loro studio, hanno scritto: “L’88,2% dei pazienti che hanno segnalato una disfunzione dell’olfatto o del gusto correlata a COVID-19 si è completamente ripreso entro 2 anni. Una guarigione tardiva è stata osservata nel 10,9% dei pazienti”.

Sebbene quasi il 90% dei pazienti abbia recuperato l’olfatto, questi pazienti hanno dovuto sopportare due anni senza percepire odori, un’esperienza che potrebbe aver messo in difficoltà molti.

La grande differenza di sintomi e di durata della malattia in coloro che hanno contratto il Coronavirus ha portato gli scienziati ad indagare a fondo su quali siano i motivi: certamente il numero importante di varianti che ha fatto mutare di continuo il ceppo originale ha contribuito ad aumentare esponenzialmente l’insorgenza di sintomi diversi, finanche a 200.

Ogni variante – infatti – provoca diversi sintomi a breve termine e quindi ha il potenziale per causare anche diversi sintomi a lungo termine. La ricerca italo-inglese non si può dunque considerare definitiva ma fa parte di uno studio di dimensioni epiche, vista la portata della pandemia.

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