COVID, portare mascherine può causare la sindrome all'occhio

Le mascherine ci hanno protetto in questi due anni di pandemia ma pelle e occhi ne risentono: cosa succede alla vista

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Oramai non avere addosso una mascherina ci sembra strano, ci fa sentire quasi nudi: per oltre due anni questi dispositivi ci hanno protetto dal Covid, dal dilagare della pandemia e allo stesso tempo ci hanno tolto un po’ della nostra identità rendendoci meno riconoscibili tra gli altri.

Presto, con l’arrivo delle alte temperature estive recupereremo la piena possibilità di stare in mezzo agli altri senza barriere – almeno all’aperto – ma prima è bene controllare gli occhi: sì, perché indossare per tante ore la mascherina ha provocato in alcune persone disturbi alla vista.

In particolare, secondo recenti studi l’occhio tenderebbe a perdere la sua naturale idratazione: una ricerca pubblicata sulla rivista Scientific Reports, infatti, ha scoperto che l’uso della mascherina è associato a un aumentato rischio di contrarre la sindrome dell’occhio secco. L’incidenza di questo disturbo era ancora maggiore per coloro che indossavano gli occhiali oppure le lenti a contatto.

Diversi sono i sintomi riconducibili all’occhio secco: dal prurito al dolore, dall’arrossamento al gonfiore passando per una maggiore fotosensibilità e difficoltà di mettere a fuoco.

Gli occhi si asciugano rapidamente quando non riusciamo a produrre sufficienti lacrime per tenerli umidi e dunque si seccano subito. Chiaramente non solo le mascherine accelerano l’insorgenza di questo disturbo oculare: anche il fumo, gli alcolici, guardare lo schermo di pc e telefono senza interruzione e stare in ambienti con aria condizionata favorisce questa condizione.

Non sottovalutiamo la secchezza oculare che potrebbe essere anche la spia di malattie più gravi come la blefarite, la sindrome di Sjogren o il lupus: dunque non soltanto la mascherina porta a questo tipo di delicata condizione per l’occhio.

È assolutamente fondamentale che l’organismo resti idratato e in particolare è consigliato l’uso di un collirio topico e di un panno caldo da mettere sugli occhi così come il consumo – dietro parere medico – di integratori di Omega-3.

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