Da casa si lavora di più, ecco quanto di più

Uno studio di Harvard ha quantificato il maggior carico di lavoro derivante dallo smartworking

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Lavorare da casa, che pacchia. Si può stare tutto il giorno in pigiama, ci si può svegliare 5 minuti prima di mettersi all’opera. Vero, peccato che ci siano anche diversi aspetti negativi. Già, perché ora che la pandemia ha costretto milioni di lavoratori a lasciare gli uffici e a essere operativi da casa in tanti hanno iniziato a capire che smartworking non vuol dire poter dormire invece che lavorare o fare pause infinite “tanto non c’è nessuno che ti controlla”. Questa era l’opinione diffusa di chi era solito lavorare in ufficio e si prendeva gioco di chi, già prima del 2020, aveva l’opportunità di svolgere le proprie mansioni da casa. Poi è arrivato il Covid e tutto è cambiato.

Sono bastate poche settimane perché si capisse il vero significato del lavorare da casa: professione e vita privata si mescolano e i confini non sono più così netti, il tempo libero viene spesso sacrificato e si finisce per lavorare di più. C’è uno studio di Harvard che ha analizzato la questione con dati molto precisi, concludendo che da casa si lavora più che in ufficio.

La ricerca ha analizzato le email e le riunioni di 3,1 milioni di persone in 16 città del mondo, rilevando che il personale da remoto lavora in media 48,5 minuti in più al giorno di chi sta in ufficio. Non solo, perché i dipendenti che lavorano da casa nel Regno Unito, Austria, Canada e Stati Uniti si trovano a stare al computer fino a due ore in più al giorno rispetto a quando stavano in ufficio. Alla faccia dell’equazione “lavorare da casa = girarsi i pollici”.

I dati di Eurofound suggeriscono inoltre che il personale a distanza ha il doppio delle probabilità di superare le 48 ore settimanali dell’UE. Quasi un terzo di coloro che lavora da remoto, inoltre, lavora nel tempo libero più volte alla settimana, rispetto a meno del 5% degli impiegati.

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