L’Isis distruggerà le piramidi. L’ultima minaccia firmata “Stato Islamico”, per quanto ritenuta attendibile come fonte dagli esperti dell’antiterrorismo, è anche troppo grande per essere credibile. Il video di propaganda diffuso in rete dal califfato contiene tutto il mix di violenza contro ogni cosa ostacoli l’ideale di terrore a cui si ispira l’Isis: ad esempio, la cultura e l’arte. La voce in arabo, che accompagna le immagini, definisce le grandi tombe dei faraoni d’Egitto come simboli di idolatria e paganesimo, costruite da infedeli e per questo sono da abbattere.
Dopo le minacce che l’Isis distruggerà le piramidi, le immagini si spostano nel nord dell’Iraq, dove lo scempio non è più solo minacciato, ma realmente documentato dai miliziani. Il video mostra la distruzione del tempio babilonese di Nabu, a Mosul, risalente a 2500 anni fa. Probabilmente tanta violenza contro i luoghi della storia nasce anche dalla paura del califfato di perdere terreno. Nell’ultimo anno infatti ha ceduto il controllo di molti villaggi, la ripresa di Falluja è in corso e presto i miliziani ribelli potrebbero assediare la stessa Mosul.