Benny Benassi compie 50 anni. Il noto dj, re delle notti dance, raggiunge questo importante traguardo dopo una vita trascorsa all’insegna della musica. Classe 1967, Marco Benassi è nato a Milano e ha iniziato a fare musica negli anni Ottanta. All’epoca viveva a Reggio Emilia e, insieme al cugino Alle Benassi, cominciò a produrre tracce e remix. Il vero successo però arrivò negli anni Novanta, quando iniziò a farsi conoscere con lo pseudonimo di Benny. Nel 1997 uscì “Electric Flying”, mentre nel 2001 pubblicò il primo singolo dal successo internazionale: “I Feel So Fine” cantato da Dhany. Da allora la sua carriera non si è mai fermata e Benny Benassi ha collezionato un trionfo dietro l’altro.
Dopo “I Feel So Fine” fu la volta di “Satisfaction”, fra i singoli più venduti in Gran Bretagna, mentre nel 2003 uscì “Hypnotica”, il suo primo album seguito da “Pumphonia”. Nel 2007, mentre era all’apice della fama, fondò un’etichetta discografica con lo scopo di aiutare i dj emergenti. Nello stesso anno vinse un Grammy Awards nella categoria Best Remix grazie alla rivisitazione di “Bring The Noise”, singolo di successo dei Public Enemy.
Nella sua carriera ha collaborato con moltissimi artisti, in particolare Madonna, con cui ha instaurato un’amicizia iniziata nel 2008 quando prese parte al suo concerto allo Stadio Olimpico di Roma nel corso dello Sticky & Sweet Tour. In seguito è tornato a collaborare con la popstar nell’album “MDNA”, producendo i singoli “Girl Gone Wild”, “I’m Addicted” e “Best Friend”.
Ha collaborato anche con i Black Eyed Peas, Chris Brown, Mika e Jovanotti, con cui ha realizzato il remix del successo “Ti porto via con me”. Rolling Stone l’ha inserito nella lista dei più grandi dj internazionali di sempre. “Io vengo dal vinile, oggi si fanno tante cose in più – ha raccontato qualche tempo fa il dj, ripercorrendo la sua lunga carriera, alla soglia dei 50 anni -. Fortunatamente ho iniziato a divertirmi da subito con le novità, con i nuovi effetti delle console, con i nuovi mix. Certo è cambiato il riferimento visivo, con il vinile ti preparavi di più la serata, sceglievi fisicamente i dischi che avresti messo. Lo svantaggio è che si rischiava di fare sempre gli stessi mixaggi. Tecnicamente parlando è più facile oggi fare il dj. Si trova tutto ovunque, il difficile è distinguersi dagli altri. Essere dj oggi è un mestiere vero, bisogna ragionare come se si iniziasse una start-up”.