Sulla politica Americana sono da sempre puntati i riflettori di tutto il mondo, interessati ad interpretare anche i minimi cambiamenti riguardanti la gestione del paese che tiene fondamentalmente in mano le redini di qualunque altro stato per la propria potenza economica.
È così saltata all’occhio l’eccentrica figura di Donald Trump, fattosi notare soprattutto grazie a forti dichiarazioni come quella riguardante la necessità di vietare l’ingresso ai mussulmani in America. Non indifferente è poi il numero dei suoi ammiratori, che lo rendono un personaggio politico importante dal punto di vista della scena mondiale. Ma come è riuscito ad arrivare a questo punto?
Donald Trump nasce a New York nel 1946 da una famiglia facoltosa che era stata in grado di arricchirsi durante i precedenti anni ’50 grazie al senso per gli affari del padre.
L’immediata cittadinanza americana non è però stata una costante comune a tutti i membri della famiglia, essendo i nonni originari della Germania e successivamente emigrati nel 1885, dato non di poco conto se tiene presente l’orientamento fortemente anti-immigrazione di Donald.
Indipendentemente dalla questione delle origini, cresce frequentando la “Kew-forest school” ma viene ben presto iscritto ad un’accademia militare, considerata un’opzione più consona al suo temperamento.
La scelta si rivela infatti non poco azzeccata e dal suo passato burrascoso emergono carisma e valore che gli permettono di ottenere numerosi riconoscimenti all’interno dell’accademia.
Alla sua conclusione frequenterà quindi l’università, dove si laureerà specializzandosi in economia e finanza, percorso ancora lontano da quello politico per cui oggi è da tutti conosciuto.
Una volta conclusosi il suo percorso di istruzione, egli aveva infatti come scopo quello di lavorare all’interno della società del padre dove fu in grado di dimostrare da subito le proprie doti innate in veste di investitore.
Ciò che inizia a far circolare per la prima volta il nome di Donald Trump è tuttavia un’altra attività, ovvero la dirigenza di un’impresa di costruzioni edili a partire dal 1971 in poi.
La prima opera di spessore è stata il Grand Hyatt, ma a portarlo alla ribalta è stato soprattutto il progetto di ristrutturare il territorio Newyorkese inserendo il Wollman rink al Central park e finanziando da sè l’intera impresa.
Forte del suo successo riesce anche ad acquisire l’Hotel Plaza di New York, trasformando la propria società in una vera e propria azienda di lusso.
Non sempre in salita, comunque, può considerarsi la sua carriera come imprenditore. Dopo questi grandi successi rischia infatti il fallimento dell’intera azienda a causa del casinò Taj Mahal, che riuscì tuttavia a cedere per metà ad obbligazionisti evitando il tracollo.
Indipendentemente da questo, pochi anni dopo comincia ad estendere il proprio campo di influenza anche in altre tipologie di affari, tra cui uno dei più famosi è stata la produzione del reality show “The apprentice” (che successivamente divenne un format acquistato anche dall’Italia).
È a questo punto che comincia ad interessarsi anche della vita politica, dapprima soltanto come sostenitore proclamato del candidato repubblicano Jhon McCain.
Ben presto, però, egli stesso viene elevato a possibile candidato ma gli iniziali sospetti vengono smentiti.
La sua carriera prenderà definitivamente questa direzione soltanto il 16 giugno 2015, infatti, quando decide di annunciare la propria candidatura alle elezioni presidenziali 2016 suscitando da quel momento in poi l’interesse del mondo per la sua eccentrica figura politica.