Da un panino all’altro, ma in una veste decisamente diversa. E’ la curiosa parabola di Wayne Shaw, diventato famoso qualche settimana fa quando il suo Sutton, formazione della quinta serie inglese, è stato sorteggiato per affrontare l’Arsenal in FA Cup.
La vecchia Coppa d’Inghilterra racconta spesso storie suggestive come queste: un team di dilettanti che esce dall’anonimato per affrontare uno squadrone di Premier League, ospitandolo nel proprio minuscolo stadio, al quale in fretta e furia vengono aggiunti dei posti provvisori e potenziato il servizio di illuminazione per permettere il regolare svolgimento della partita.
Tra i giocatori del Sutton spiccava il portiere di riserva Wayne Shaw, 45 anni e centoventi chili di peso. Nei giorni precedenti alla gara, Shaw è divenuto una piccola star. E’ stato intervistato da numerosi quotidiani inglesi, dal Times al Daily Telegraph, e le televisioni gli hanno dedicato diversi servizi: il più divertente prevedeva una sfida ai calci di rigore fra lui e Ian Wright, ex grande attaccante dell’Arsenal e della Nazionale inglese negli anni Novanta, attualmente commentatore della BBC.
Alla fine Shaw non è sceso in campo, ma è stato protagonista ugualmente. Le telecamere lo hanno inquadrato, a pochi minuti dalla fine, mentre in panchina addentava un panino. Peccato che questo suo gesto fosse quotato 8/1 dalle agenzie di bookmakers: Shaw è stato accusato di aver programmato la scenetta ben sapendo che fosse oggetto di scommessa e per questo è stato licenziato in tronco dal proprio club.
La seconda parte della storia è arrivata in seguito. Lasciato il mondo del calcio, Shaw è finito dietro un bancone: stavolta non per mangiare panini, ma per venderli, con l’obiettivo di aiutare una piccola impresa a conduzione familiare. Anche lui, come avrebbe detto Andy Warhol, ha avuto il suo quarto d’ora di celebrità.