Ecco chi è Kanō Jigorō, l’inventore del judo

Nato a Mikage nel 1860, Kanō Jigorō è stato l’educatore giapponese che ha inventato il judo.

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Lo scorso 28 ottobre, Google ha celebrato il papà del judo dedicandogli un doodle in cui sicuramente sarete incappati se avete aperto il motore di ricerca. A inventare la disciplina marziale giapponese è stato Kanō Jigorō, un educatore nativo di un villaggio costiero chiamato Mikage. Era, infatti, il 1860 quando il primo judoka nasceva, terzo figlio di un produttore di sakè che forniva anche la Marina imperiale.

L’attività fisica fu al centro della sua vita fin da giovanissimo a causa del suo corpo esile che necessitava di esercizio e allenamento costanti per essere rinforzato. Fu così che, durante gli anni di studio, cercò di approfondire un’antica disciplina di origini feudali, il jujutsu, di cui si procurò svariati libri. Dalla teoria alla pratica, il passo fu breve e Kanō Jigorō cominciò a ripetere le mosse esercitandosi insieme a un compagno di scuola.

Proprio da quelle conoscenze così antiche nel tempo coltivate con dedizione, l’uomo fondò le basi di una nuova arte. Fu, quindi, a soli 22 anni che aprì in quel di Tokyo la sua prima scuola (dojo) presso la quale mise a punto il metodo chiamato Kodokan judo, parola che letteralmente significa ‘via gentile’ o ‘via dell’adattabilità’. Si tratta, infatti, di un’arte marziale che mira a raggiungere il massimo risultato con il minimo sforzo e che ha come capisaldi lo spirito di giustizia e l’umiltà.

Coniugando virtù e arte bellica, il judo raccoglie una serie di principi e ideali filosofici fondanti tra i quali la non resistenza, la flessibilità, la reciprocità e la cooperazione. In poco tempo, il judo si rivelò essere una pratica benefica per corpo e mente e a essere praticato anche in altre scuole della città.

Nonostante le avversità iniziali da parte dei maestri più tradizionalisti, la proposta di Kanō Jigorō fece presto parlare di sé in tutto il Giappone e all’estero. Vietato per diversi anni, il judo fu riabilitato negli Anni Cinquanta e ancora oggi è tra gli sport olimpici più seguiti.

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