Ecco perché la Befana porta il carbone ai bambini

Nella calza coi dolcetti può arrivare anche un po’ di carbone per i più birichini.

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Si dice che l’Epifania si porta via tutte le feste e lo fa con l’ultimo tocco di dolcezza che decidiamo di concederci. Dai più piccoli ai grandi, infatti, la calza della Befana è un irrinunciabile momento in cui cediamo ai peccati di gola. Prima di iniziare coi buoni propositi, tra dieta (che inizia sempre, rigorosamente, dopo le festività, almeno nelle intenzioni) e un nuovo abbonamento alla palestra.

Fra caramelle e cioccolatini, i bimbi più birichini non mancano di trovare un bel pezzetto di carbone dolce. Ma da dove nasce questa tradizione? Sia Babbo Natale sia la vecchina del 6 gennaio, infatti, sono soliti aggiungere ai loro doni qualche pezzo di carbone per chi ha qualcosa da farsi perdonare. Si dice, non a caso, che il dolce nero tocca a chi ‘non si è comportato bene durante l’anno’.

Per capire l’origine di questa usanza, che vorrebbe essere una punizione, dobbiamo considerare il luogo centrale delle case di un tempo. Ovvero, il camino: è qui, infatti, che solitamente lasciamo alla Befana la calza vuota perché venga riempita di leccornie. Il carbone, del resto, ha fatto la sua comparsa come dono festivo ben prima che Babbo Natale diventasse per antonomasia colui che consegna i doni ai più piccoli.

La tradizione vuole che i pezzi di carbone entrino nelle calze con San Nicola e la Befana, entrambi legati al camino come ingresso nelle case. Sia l’uno sia l’altra, infatti, scendono dalla canna fumaria per accedere alle abitazioni e, in origine, le sorprese venivano lasciate nelle scarpe. Queste erano disposte vicino al fuoco per essere scaldate.

Ecco, quindi, l’affinità con la figura dello spazzacamino e l’usanza di lasciare un pezzetto o più di carbone. Per i più monelli, al posto dei dolcetti, la Befana lascia quel poco che trova nella sua discesa lungo il camino di casa. Ma, in fondo, quel carbone dolce è talmente una delizia che conviene fare qualche birichinata per averne una scaglia.

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