Elstree 1976 è il nuovo docufilm di Jon Spira distribuito da Wanted Cinema che svela il vero volto degli stormtrooper di Star Wars. Secondo alcune statistiche un quarto del pianeta, ossia due milioni di persone, ha visto Star Wars. Il primo capitolo uscì nel 1977, accompagnato da sequel, prequel e saghe che non sono ancora terminate. Fanno parte del culto di Guerre Stellari anche quegli attori che hanno indossato maschere e vestiti di scena quarant’anni fa, in uno studio nei pressi di Londra, per interpretare druidi, cloni e yedi. Centinaia di comparse, nascoste dietro caschi di gomma e maschere di plastica, che hanno visto la loro vita cambiare per sempre grazie a Star Wars.
Elstree 1976 racconta la loro vita, seguendo l’esistenza di dieci attori che hanno preso parte ai film della saga di George Lucas. Dave, che interpreta Dart Fener, quaranta anni dopo essere entrato per la prima volta in quell’abito di scena racconta: “Ancora oggi, è la mia principale fonte di reddito”, mentre Derek, che compariva già nella parte finale del primo Guerre Stellari, Una nuova speranza, deve tutto al film: “Ho sofferto di terribili depressioni – ha svelato – se oggi sto bene, è anche grazie a questi raduni colossali in cui i fan mi riconoscono, mi chiedono un autografo…”.
Nel film Garrick ricorda il primo provino con George Lucas a Londra: “Mi diede un bel 7, quindi, ma lo capii solo dopo, il ruolo di Rosso 3”. Anthony ha invece raccontato di essere arrivato nella capitale inglese con gli amici e di aver notato per caso il cartello con la scritta “casting” a Soho. “Imboccai la direzione della freccia – ha svelato – con Lucas parlai per un po’. Di tutto, fuorché del film”.
In Elstree 1976 gli attori ricordano i giorni delle riprese di Star Wars e quei momenti esaltanti che avrebbero fatto la storia del cinema. “Tutto era realizzato in plastica, in Perspex” ha spiegato John, che ancora ricorda l’odore che si respirava in quel set. “Fu come essere traghettati in un’altra dimensione” ha svelato Derek, mentre Paul, che era Greedo, ha ricordato: “Camminavamo dentro questo set enorme e pieno di sabbia. Intuii che stavo partecipando a un progetto davvero ambizioso. Mi dissi: “forse non sarà così tremendo come al solito”.