Enorme asteroide si schianterà durante incoronazione di Re Carlo

A ‘salutare’ l’incoronazione di Re Carlo III anche un asteroide più grande del London Eye atteso per il primo weekend di maggio.

3 Maggio 2023
Fonte: GETTY IMAGES

Quella di sabato 6 maggio passerà alla storia come la giornata dell’Incoronazione di Re Carlo III, successore della compianta Regina Elisabetta II. E, mentre Londra e il Regno Unito intero si preparano al grandioso evento, gli astronomi annunciano un altro fenomeno altrettanto importante che coinvolgerà i nostri cieli proprio nelle ore della cerimonia ufficiale. La corona inglese sarà, infatti, solo da poche ore sul capo del primogenito di Elisabetta e Filippo, quando un asteroide più grande del London Eye attraverserà l’orbita terrestre.

Come spiega il portale britannico ‘Daily Star’, il corpo celeste ha una lunghezza di circa 160 metri (trenta metri in più del London Eye) e si avvicinerà alla Terra nel weekend dell’Incoronazione , esattamente durante il grande concerto ospitato davanti al Castello di Windsor. Nello specifico, si tratta dell’asteroide noto con il nome 2023-HPI e si scontrerà con la nostra atmosfera nella serata di domenica 7 maggio a una velocità stimata pari a 11,6 km al secondo.

Nel suo punto più vicino a noi sarà a circa 6 milioni di miglia, distanza che la NASA classifica come “ravvicinata” (‘Near Earth Object – NEO’), per quanto possa sembrarci enorme. Nessun rischio, di fatto, per gli esseri umani dal momento che un impatto con la Terra è altamente improbabile quindi il passaggio di 2023-HPI non comporterà alcun rallentamento o intoppo ai festeggiamenti, ma sarà quasi un ‘saluto’ dall’alto. Secondo gli studiosi, poi, il corpo celeste proseguirà la sua traiettoria e tornerà nei pressi del nostro pianeta solo fra due anni e mezzo.

Al momento non è dato sapere se l’asteroide sarà visibile in qualche punto del pianeta ma, in linea di massima, per quasi tutti i corpi NEO è necessario essere in dotazione di attrezzature specialistiche. “Gli asteroidi non emettono propria luce visibile – spiega la dott.ssa Susanna Kohler dell’American Astronomical Society – Quindi li osserviamo principalmente attraverso la luce solare che riflettono”.

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