Si passa parte della giornata a cliccare “mi piace“. Nel nostro vissuto quotidiano è diventata ormai un’abitudine consolidata. Nel corso di una giornata si effettua l’accesso su Facebook tante volte. E tanti sono i contenuti che, nostro malgrado, ci si ritrova a leggere. Spesso nasce il desiderio di poter dire, con un solo click “non sono d’accordo”. In realtà, appena nato Facebook, in molti si chiesero perché si avesse la sola possibilità di concordare con un post e mai viceversa.
In parte l’avvento delle reazioni si è avvicinato un po’ a quest’idea. Tutto sta nell’uso che però si fa delle celebri “faccine” e dunque nulla di più lontano dal concetto chiaro e palese di “non mi piace“. Queste sono giunte sulle nostre bacheche, a seguito di un periodo di sperimentazione passato su Facebook Messenger. Perché tra il social network e l’app per iPhone, ci sono numerose differenze. Spesso l’applicazione dunque funge da laboratorio sperimentale per il portale web.
L’avvento del non mi piace
La notizia che sta circolando in questi giorni parla dell’aggiunta del pollice verso il basso, tra le reazioni selezionabili in una conversazione su Facebook Messenger. Questa funzione però sarà selezionabile solo dall’applicazione di messaggistica istantanea. Per adesso non sarà ancora possibile cliccare su “non mi piace” sotto i post degli altri utenti.
L’obiettivo infatti è solo quello di poter permettere ad una persona di dare risposta negativa ad un sondaggio o ad una pianificazione aziendale. Anche se verrà usato in tanti modi differenti ed è sicuro che rientrerà nel nostro nuovo modo di comunicare, l’azienda con questa scelta non ha preso in considerazione il dissociarsi da un post o da un’immagine, ma si è considerata solo l’esigenza organizzativa, di alcune utenze specifiche.
Facebook oggi
Quest’altra novità permette al social network di controllare ancora più aspetti della nostra azienda. Nato inizialmente come nuovo modo di comunicare e con solo scopi di diletto, specie per i più giovani, col tempo ha mostrato tutte le sue potenzialità. Dapprima ci si è resi conto di quanto valore avesse nel campo pubblicitario per poi giungere addirittura nel mondo della politica.
Facebook viene usato tantissimo dai VIP. In questa maniera hanno un costante contatto coi propri fan, specie più giovani. Tante cose dunque si possono fare su Facebook ma non è lecito spingersi fino alla diffamazione.