Falla in WhatsApp: a rischio le conversazioni criptate

È allarme su WhatsApp dove una falla consentirebbe di spiare le conversazioni criptate

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WhatsApp avrebbe una falla e le conversazione criptate che avvengono nell’app di messaggistica sarebbero a rischio. Secondo Mark Zuckerberg, patron di Facebook, che ha acquistato nel 2014 WhatsApp, nemmeno gli hacker più abili sarebbero in grado di intercettare i messaggi criptati scambiati tramite il servizio. Non la pensa così Tobias Boetler, ricercatore presso la University of California, che avrebbe individuato una falla in WhatsApp.

“Se a WhatsApp un governo chiedesse di accedere allo scambio fra due dei suoi utenti, la compagnia potrebbe in effetti fornirli” ha spiegato durante un’intervista rilasciata al “Guardian”, svelando di aver fatto la scoperta nell’aprile 2016 e di aver contattato Facebook per informarli dell’esistenza di una vulnerabilità nel sistema. L’azienda però avrebbe risposto di essere al corrente della falla e che non c’era alcun pericolo.

La notizia ha provocato non poche polemiche, soprattutto perché secondo il “Guardian”, la falla sarebbe tutt’ora attiva e consentirebbe di leggere singoli messaggi, ma anche conversazioni intere.

Immediata la replica di WhatsApp: “The Guardian ha pubblicato un articolo questa mattina – ha spiegato un portavoce – affermando che una scelta di design di WhatsApp, che impedisce alle persone di perdere milioni di messaggi, è una ‘backdoor’ che permette ai governi di forzare WhatsApp per decifrare le conversazioni. Questa affermazione è falsa. WhatsApp – ha chiarito l’azienda – non fornisce ai governi una ‘backdoor’ nei suoi sistemi – prosegue il portavoce – e avrebbe combattuto ogni richiesta del governo per la creazione di una ‘backdoor’”.

“La scelta progettuale a cui fa riferimento l’articolo del Guardian – ha concluso il portavoce – impedisce a milioni di messaggi di essere persi, e WhatsApp offre notifiche di sicurezza che avvertono di potenziali rischi. WhatsApp ha pubblicato un ‘whitepaper’ tecnico sul design della sua crittografia, ed è stato trasparente in merito alle richieste ricevute dal governo, pubblicando i dati relativi a tali richieste all’interno del Facebook Government Requests Report”.

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