Si chiama Fire Paan ed è un cibo di strada davvero particolare da mangiare solo quando è in fiamme. L’ultima frontiera dello street food arriva dall’India, dove centinaia di persone ogni giorno assaporano questo snack infuocato.
Il paan è un piatto tradizionale della cucina indiana e da diversi secoli si consuma in questa parte del mondo. Nel corso del tempo ne sono state create moltissime versioni e rivisitazioni della ricetta base. Si tratta di una sorta di involtino, realizzato con foglie di betel farcite con spezie, mukhwas (mix di semi dalle proprietà digestive) e frutta secca.
Il paan viene considerato una sorta di alimento-medicina e viene utilizzato per curare moltissimi malori, dal raffreddore al mal di testa. Il più delle volte però viene usato come stimolante insieme con le foglie di tabacco. L’ultima versione prevede infine di consumarlo avvolto dalle fiamme.
L’idea nasce da Pradhuman Shukla, commerciante che a Delhi ha un chiosco in cui produce e vende paan. L’idea brillante è arrivata grazie ad un cliente e ad un commesso pasticcione: “Avevo un cliente che veniva da me ogni giorno – ha svelato l’ambulante -. Aveva sempre la gola che gli faceva male e mi diceva: ‘Fammi un paan, ho delle ulcere in bocca’. Gli facevo un paan ogni giorno e ogni volta mi diceva: ‘Non sono gaurito'”.
“Poi un giorno un tipo che lavorava per me ha dato fuoco al paan e lo ha dato al cliente – ha raccontato l’uomo -. Quel giorno ha detto ‘Sì, le mie ulcere sono guarite. Due uomini erano vicino a lui e quando hanno visto il paan infuocato hanno detto: ‘Cos’è questo? È un’idea nuova. Fanne uno anche per noi”.
Da quel momento gli affari per Shukla vanno alla grande e i clienti fanno per ore la fila pur di assaporare il suo paan. “Sappiamo che è un po’ rischioso, ma alla gente piace – ha raccontato l’ambulante -. Ho iniziato solo con un paan ma ora ne faccio cento al giorno. La gente è un po’ spaventata quando lo vede la prima volta. Ma tutti lo provano. Non ha effetti collaterali, è come un normale paan. L’ho provato. E’ sicuro e non causa danni a nessuno”.