Floyd Mayweather è un ex pugile entrato di fatto nella Hall of Fame della boxe grazie alla sua straordinaria carriera, costellata di record e di trionfi. Mayweather si ritira infatti dopo 49 successi da imbattuto e con una medaglia di bronzo al collo alle Olimpiadi del ’96, vinta ancora diciannovenne e poco prima di entrare nel mondo dei professionisti.
In 15 anni, dal 1998 al 2013, vince per 6 volte la cintura di campione del mondo in 5 categorie di peso differenti.
Nel 1998 e nel 2007 è eletto Fighter of The Year e rimane in testa alla classifica del Ring Magazine, Pound for Pound, da luglio 2005 a giugno 2008 e nel momento in cui torna nel 2009, dopo il primo ritiro, è ancora in testa alla classifica.
Ma la carriera di Mayweather non è facile nè in discesa. L’infanzia è tormentata da genitori assenti con la madre eroinomane e il padre che spesso usava la frusta su di lui.
Il suo destino è segnato: con un padre e due zii ex pugili, il piccolo Floyd Mayweather è un predestinato e sarà proprio il padre, ossessionato dalla tecnica difensiva, ad insegnargli il shoulder roll, un costante e rapido movimento delle spalle che permette di schivare o ammortizzare i colpi degli avversari.
Questa abilità, che impara e migliora, gli regala il soprannome di Pretty Boy per la capacità di incassare pochissimi colpi durante l’incontro ed uscire dal ring e presentarsi alle classiche interviste, successive al match, senza lividi nè cicatrici.
Nel pieno della suoi anni da pugile, Mayweather si guadagna un secondo soprannome: Money.
E’ il periodo degli incontri-evento, pubblicizzati in modo esagerato e sproporzionato. Contendenti ripresi come fossero in un reality show durante gli allenamenti e nei momenti di vita privata prima del match.
I compensi di Mayweather arrivano a 25 milioni di dollari per 12 riprese.
Nel 2007 il pugile di Grand Rapids annuncia il ritiro, salvo poi tornare sui suoi passi e dopo 16 mesi risalire sul ring con compensi sempre maggiori.
Viene dimenticato il soprannome degli esordi, sottovalutando la grandezza di questo pugile che anche se considerato da Forbes come lo sportivo più pagato al mondo, con 300 milioni di dollari guadagnati nel solo 2014, rimane uno dei più grandi pugili di tutti gli Stati Uniti.