La foca giapponese che aiuta chi soffre di depressione

In Giappone è stata inventata una foca robot che aiuta a ridurre lo stress nelle persone affette da demenza senile

17 Novembre 2018

Che gli animali aiutino a combattere lo stress e ridurre gli stati d’ansia è risaputo, ma che ne dite di mettervi una foca in casa?

Le foche sono animali molto carini e che fanno venire voglia di abbracciarle immediatamente appena spunta la loro silhouette rotonda su qualche rivista o documentario. E sembra che aiutino anche a combattere stress e ad alleviare la demenza senile nelle persone anziane. Per questo in Giappone è stato creato PARO (Personal Robot), ossia un robot a forma di cucciolo di foca realizzato dal professore Takanori Shibata. Questo peluche robotico è stato ideato a scopo terapeutico per la cura delle persone anziane. Come mai proprio la foca e non un altro animale, dato che i benefici della pet therapy fatta con cani e gatti è riconosciuta ormai in tutto il mondo? Il motivo è semplice: è molto raro che un paziente abbia avuto un contatto con una foca vera, quindi non assocerà l’animale a esperienze negative avute magari in passato.

Sono state condotte diverse ricerche su PARO per vedere se realmente aveva effetti terapeutici sui pazienti. E in effetti c’è stato un netto miglioramento a livello psicologico: le persone affette da demenza senile sono risultate meno ansiose, meno depresse, più inclini a stare meglio e non sentirsi sole. Insomma, PARO è stata per loro una manna dal cielo. Inoltre, proprio per il minore stress, si è verificata una riduzione della pressione sanguigna e del battito cardiaco, cosa che ha migliorato le funzioni vitali. Ma il robot a forma di foca può essere usato anche per trattare persone che soffrono di disordini post traumatici da stress. La vicinanza con questo peluche, infatti, ha portato a essere questi pazienti meno aggressivi e agitati.

Oggi PARO è usato in trenta paesi in tutto il mondo e sono 5mila i pazienti che beneficiano della sua presenza. Questo robot non è nemmeno ingombrante: è lungo 55cm e pesa 2,7kg. È in grado di muovere testa, pinne e occhi e grazie ai sensori è sensibile alla luce e al tatto. Può interagire col paziente perché riconosce la sua voce e riesce anche a registrare le sue modalità di comportamento.

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