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Foto e selfie vietati in sala operatoria

La Lorenzin cerca di arginare la moda del selfie in sala operatoria che ha un successo crescente fra il personale medico-sanitario. Scopri di più

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Il Corriere del Mezzogiorno da tempo denuncia il fenomeno dei selfie in sala operatoria. Ora arriva la stretta del Ministero della Sanità per prevenire eventuali casi di violazione della privacy del paziente. La Lorenzin vieta l’utilizzo di macchine fotografiche e smartphone per riprodurre immagini in sala operatoria.

Il fenomeno galleggia fra il disimpegno civico e l’adolescenza di ritorno: medici e personale sanitario che si fanno foto in sala operatoria ritraendo i dettagli degli interventi e svelando particolari sui pazienti tramite Facebook e gli altri social network. La magistratura ha già aperto un’indagine a suo tempo. Ora interviene il Ministero in prima persona e, con una circolare indirizzata alle associazioni del personale sanitario, pone il divieto sui selfie.

Il caso e la privacy del paziente

Nel dicembre 2015, il Corriere del Mezzogiorno aveva denunciato dalle sue colonne la pubblicazione delle fotografie su social media. Il costume pareva, e pare, essere piuttosto diffuso. Medici e infermieri sorridenti che salutano con i guanti sporchi di sangue, dettagli delle operazioni e composizioni fotografiche con tutto lo staff e il paziente anestetizzato e inconsapevole. Questa la galleria di immagini dalla corsia.

Gli ospedali maggiormente menzionati per la pratica furono quelli di Napoli, Salerno e Avellino. L’Ordine dei Medici, nell’imbarazzo totale incominciò da subito a far circolare direttive per bloccare il fenomeno e anche la magistratura si interessò alla questione senza però riscontrare nessun reato. Il Ministero ha inviato una circolare alla Federazione nazionale dell’Ordine dei Medici, a quella degli infermieri, delle ostetriche e dei tecnici sanitari e di radiologia per esortarli a regolare la moda dei selfie.

Selfie in sala operatoria e privacy

Il paziente tenuto all’oscuro di tutto si ritrova in bella mostra sulle pagine social del personale della sala operatoria. I dettagli dell’operazione sono resi pubblici di fronte all’utenza. Ovviamente, le conseguenze più gravi di questa pratica sono in termini di violazione della privacy.

Il selfie e le pubblicazioni sui social media sono ormai parte della nostra vita. Tuttavia, in un settore così delicato come quello sanitario, una liberalizzazione delle immagini può essere particolarmente dannosa. Il paziente, anche quando non venisse mostrato chiaramente il viso, potrebbe sentirsi offeso come tiene a spiegare il Ministero.

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