Fragola, più è grande e più è buona? Non è vero. Quali comprare

Iniziano a vedersi nei supermercati le fragole, il frutto dell’estate: attenzione ad alcuni dettagli per comprare le migliori

7 Aprile 2022

Insieme ad anguria e pesche, le fragole sono considerate a ragione il frutto dell’estate (anche se per tradizione le associamo anche a San Valentino: ecco il curioso motivo): ricche di vitamina C e flavonoidi, le bacche rosse dal sapore dolce hanno proprietà depurative e diuretiche ed essendo ricche di fibre, sono anche particolarmente sazianti.

Iniziamo a vedere negli ortofrutta e nei supermercati cartoni di fragole che ci chiamano, ma come scegliere quelle migliori e non trovare sorprese una volta aperte? Ci sono alcuni dettagli a cui fare attenzione, potremmo definirli dei veri e propri campanelli d’allarme.

Se pensate che le fragole più grandi siano le più buone, siete estremamente lontani dalla verità: è vero il contrario, infatti, e vi spieghiamo perché. Il consiglio degli esperti è di scegliere fragole più piccole, poiché non solo saranno più dolci, ma conterranno meno acqua e quindi il sapore sarà più concentrato e ricco, mentre la consistenza sarà più soda.

Se invece scorgiamo fragole umide, meglio stare alla larga: questa condizione è la spia inequivocabile che il processo di putrefazione è già iniziato. Allo stesso modo, possiamo capire se le bacche siano fresche o già datate dalla parte verde della fragola: risulta secca o appassita? Allora cambiate confezione, si rovineranno definitivamente nel giro di qualche giorno.

Tra i dettagli da non sottovalutare nella scelta delle fragole più buone quando siamo impossibilitati a testarne direttamente il gusto annoveriamo il colore: deve essere rosso brillante, non tendente al verde o al bianco – segno che sono ancora acerbe e non pronte ad essere mangiate –, né tendente al violaceo.

Va da sé che conviene sempre rivolgersi ad un coltivatore di fiducia affinché non restiamo delusi dalla qualità delle gemme rosse che per la stragrande maggioranza sono prodotte in Cina (quasi 3 milioni di tonnellate l’anno, secondo i dati del 2018 contro 1.3 degli Stati Uniti).

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