Frankenstein compie 200 anni

Frankenstein compie 200 anni. La storia scritta da Mary Shelley festeggia due secoli di vita e un fascino senza fine

2 Gennaio 2018

Frankenstein compie 200 anni. Era il 1831 quando il mostro ideato dal professor Victor fece il suo ingresso nel mondo della letteratura. A crearlo, mettendo su carta il continuo scontro fra scienza ed etica, fu la celebre scrittrice Mary Shelley. Il romanzo venne realizzato dopo la sfida lanciata da Lord Byron, che le chiese durante una visita a Ginevra di scrivere un racconto di fantasmi.

Nacque così una delle storie più famose e terrificanti al mondo. Da allora sono state create centinaia di versioni di Frankenstein, dai film agli spettacoli teatrali, passando per i cartoni e i libri. La prima riproduzione teatrale fu nel 1823, quando il regista Richard Peake portò a teatro “Presumption. Or the fate of Frankenstein”, dando vita alla celebre battuta “È vivo”, che venne ripresa da moltissimi film. Nel corso degli anni vennero poi ideate oltre ottanta sceneggiature per i palcoscenici di tutto il mondo.

Anche il cinema ha omaggiato più di una volta Frankenstein. La prima nel 1910, con una pellicola muta, ma è nel 1913 che il mostro arrivò finalmente al cinema grazie al regista James Whale. In seguito le versioni della storia del dottor Victor sono state tantissime e molto diverse fra loro, dai grandi drammi all’ironico “Frankenstein Junior” di Mel Brooks.

Di recente sono stati realizzati ben due lavori ispirati al libro di Mary Shelley. Nel 2015 è stato presentato “Victor. La storia segreta del dottor Frankenstein” di Paul McGuigan con protagonista Daniel Radcliffe, mentre nel 2016 il regista Bernard Rose ha ideato una versione molto particolare della storia, con due scienziati pazzi che abbandonano il mostro fra le strade di Los Angeles.

Oscuro e moderno, Frankenstein ha raccontato meglio di qualsiasi altro romanzo l’eterno dilemma della scienza e i pericoli che l’uomo corre nel suo tentativo di andare contro le leggi della natura. Una storia che, oggi più che mai, è ancora attualissima.

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