Frutta e ortaggi con pesticidi: quelli più contaminati nel 2022

Due diversi studi – uno dagli USA e uno dalla Germania – mettono in guardia dalla presenza di sostanze chimiche nell’agricoltura.

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Nuove ricerche mettono in guardia dal portare in tavola frutta e verdura contaminati dalla presenza di pesticidi. Dagli USA, infatti, arriva la classifica annuale ‘DirtyDozen’ (letteralmente “sporca dozzina”) stilata dall’Environmental Working Grup, che segnala gli alimenti della filiera maggiormente ‘avvelenati’. La black list americana vede oltre la metà dei prodotti monitorati contenere tracce di almeno uno dei pesticidi per le api già banditi in UE ma ancora ammessi oltreoceano.

Le analisi, in particolare, segnalano come oltre il 90% dei campioni di fragole, spinaci, uva, nettarine, ciliegie e mele contengano tracce di due o più sostanze chimiche (fonte: greenme). Rispetto a un anno fa, la lista nera conferma le prime due posizioni con fragole e spinaci che precedono, sul terzo gradino del podio, cavolo nero e cavolo riccio. Proprio il cavolo, in entrambe le varietà, è arrivato a registrare ben 103 pesticidi.

Quarta posizione, invece, per nettarine, quindi seguono mele, uva, peperoni e peperoncino (questi hanno raggiunto 101 sostanze chimiche diverse). Completano la classifica della frutta e verdura più contaminati del 2022 le ciliegie, le pesche, le pere, il sedano e i pomodori. La stessa ricerca americana sottolinea come il fitofarmaco più presente è il DCPA, bandito da anni dall’Unione Europea perché cancerogeno.

Se, da un lato, quindi il vecchio continente è già intervenuto a tutela dei consumatori, un’indagine tedesca sostiene come l’utilizzo dei pesticidi sia ancora troppo diffuso. Dal 1990, infatti, il ricorso ai pesticidi è aumentato dell’80% a livello mondiale, con picchi in Sud America. E le conseguenze incidono sia sulla tavola (quindi in termini di salute dell’uomo) sia sull’ambiente con rischio per la biodiversità. Senza contare, poi, il rischio di avvelenamento per gli operatori che si trovano a dover maneggiare pesticidi ad alta tossicità. Da qui, dunque, la richiesta di ridurre l’impiego di sostanze chimiche in agricoltura bandendo quelle più dannose.

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