In futuro ricaricheremo lo smartphone con le lacrime

Alcuni scienziati hanno trovato il modo di produrre elettricità sfruttando una proteina contenuta nelle lacrime

6 Ottobre 2017

In futuro ricaricheremo lo smartphone con le lacrime. A svelarlo alcuni scienziati che hanno messo a punto un sistema che consente di produrre energia dal pianto. La scoperta è stata fatta da un gruppo di scienziati dell’Istituto Bernal dell’Università di Limerick, in Irlanda, che da tempo studiavano i cristalli di lisozima, una proteina che si trova nelle lacrime ed è in grado di generare elettricità.

Questo elemento si trova in natura anche nel bianco dell’uovo, nella saliva e nel latte e riesce a produrre energia quando è sottoposto ad una particolare pressione denominata piezoelettricità. “Anche se la piezoelettricità è utilizzata quotidianamente, la capacità di generare elettricità di questa particolare proteina non era stata ancora analizzata – hanno spiegato gli studiosi irlandesi -, ma la portata della piezoelettricità nei cristalli di lisozima è significativa. Si tratta di un materiale biologico, non è tossico, quindi potrebbe avere numerose applicazioni innovative per esempio nei rivestimenti antimicrobici degli impianti medici”.

Ciò che rende speciale lo studio è il fatto che i cristalli di lisozima si possono estrarre facilmente. “La struttura ad alta precisione dei cristalli di lisozima è conosciuta fin dal 1965 – hanno svelato gli autori del rivoluzionario studio – ma siamo i primi a usare questi cristalli per dimostrare la loro piezoelettricità”.

La scoperta è fondamentale perché apre la strada ad ulteriori studi sul tema. Da tempo infatti gli scienziati stanno tentando di trovare fonti diverse di energia. Una soluzione potrebbe arrivare proprio dalle lacrime e da questa straordinaria proteina. In futuro dunque la lisozima potrebbe essere utilizzata non solo per creare elettricità, ma anche per somministrare farmaci nel corpo.

Questa alternativa potrebbe essere più economica ed ecologica del quarzo, che viene già utilizzato all’interno di apparecchiature elettroniche. Basti pensare agli orologi che funzionano proprio sfruttando l’elettricità generata da due punti della roccia sottoposti ad una pressione.

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