Il suo nome è Geoswim, il suo obiettivo è mappare le coste più irraggiungibili del Mar Mediterraneo. Un progetto nato da un’idea del ricercatore Stefano Furlani che, dopo aver mappato a nuoto le coste dell’Istria e di Malta, ha deciso di proseguire la sua personalissima missione mappando le meravigliose coste delle isole Egadi, della Sardegna e del Lazio. Avremo presto una Google Maps costiera?
Geoswim: dal nuoto alla tecnologia
L’idea di Furlani è di quelle connotate da un immenso valore scientifico, ma anche da un indispensabile tocco di modernità. Geoswim, infatti, è un progetto che ha molto di umano, ma anche tanto di tecnologico: percorrere a nuoto chilometri su chilometri di coste, per mappare le insenature ed i cambiamenti apportati a livello morfologico dall’erosione dell’acqua nel corso degli anni. E fotografarne le condizioni, per poter creare un immenso database consultabile dagli altri ricercatori e, chissà, anche dalle persone comuni.
L’importanza del progetto Geoswim
Geoswim ha uno scopo molto chiaro: le coste mappate dal team di Stefano Furlani non sono normalmente raggiungibili da terra, dunque esigono una strategia alternativa per poter essere studiate e mappate di tutto punto. Grazie ai dati raccolti dal gruppo di ricercatori, si potranno studiare tutte le insenature più complesse, e comprendere finalmente quale fosse il livello del Mar Mediterraneo nelle diverse epoche che hanno accompagnato la nostra storia. In altre parole, una tappa fondamentale per apprendere i movimenti della terraferma in relazione ai livelli dell’acqua marina.
Il futuro di Geoswim? La Grecia
Sono stati percorsi e mappati oltre 600 chilometri di costa, ma questo non sembra bastare a Stefano Furlani: per avere un quadro completo della stabilità tettonica del Mar Mediterraneo, infatti, c’è ancora tanta strada da percorrere a nuoto. Quale sarà, dunque, la prossima fermata del gruppo di ricercatori di Geoswim? Dopo aver raccolto un consistente database delle coste italiane, il team di Furlani farà tappa in Grecia.