Roma, 25 gen. (askanews) – “La vicenda è di rilevante gravità, nella misura in cui mette in luce la spregiudicatezza dei protagonista, in particolare del Marra, che non ha esitato a mettere a frutto, da anni, la propria posizione pubblica per ottenere vantaggi economici da un imprenditore, come Scarpellini, con significativi interessi in sede locale”. Così affermano i giudici del tribunale del riesame di Roma in un passo delle motivazioni del provvedimento con cui nelle scorse settimane hanno confermato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per Raffaele Marra, ex capo del personale del Comune di Roma.
Nel documento, di 21 pagine, si spiega che “sin dal 2009 Marra si è messo a libro paga dell’immobiliarista e ancora nel 2016 ha dichiarato la propria fedeltà al patto già assunto, il che da un lato conferma la solidità del rapporto corruttivo tra i due, dall’altro è sintomatico della ferma intenzione del dirigente pubblico di proseguire sulla stessa strada che già importanti utilità economiche gli ha procurato”. Insomma – si aggiunge – “Marra è venuto meno da anni ai doveri di fedeltà, imparzialità e di perseguimento esclusivo dell’interesse pubblico” ed ha dimostrato “di non avere il benché minimo scrupolo”.