Go Topless Day: cos'è, dove e perché si celebra

Ogni anno in tutto il mondo si celebra il Go Topless Day, una manifestazione in cui le donne sfilano per le strade della città a seno nudo.

25 Agosto 2018

Si chiama Go Topless Day la manifestazione che ogni anno celebra il diritto delle donne di mostrare il seno nudo.

L’evento è stato istituito il 26 agosto e viene celebrato soprattutto negli Stati Uniti, ma anche in tantissimi altri paesi del mondo dove – incredibile, ma vero – il topless è considerato illegale. “I musulmani sono criticati perché obbligano le donne a coprirsi con il burqa o il niqab – ha spiegato Maitreya Rael, fra i leader del movimento  -, ma in Occidente c’è lo stesso sessismo dietro il divieto di topless in pubblico”.

Il Go Topless Day nasce proprio per chiedere al Governo degli Stati Uniti di consentire alle donne di girare a seno nudo per strada, senza andare incontro a multe o, peggio ancora, all’arresto. Questo per rispettare al meglio la parità dei sessi, visto che gli uomini hanno la possibilità di mostrarsi senza maglietta.

Era il 1971 quando il governo americano decise di istituire la giornata nazionale dell’uguaglianza delle donne. Come data fu scelta il 26 agosto e le attiviste del Go Topless Day hanno scelto di far coincidere con questa data la manifestazione per la liberazione del topless.

Il cuore dell’evento è da sempre New York, città in cui le donne, accompagnate anche dagli uomini, sfilano a seno scoperto. Nel corso degli anni il Go Topless Day ha incontrato sempre di più il favore di centinaia di donne e oggi il movimento conta migliaia di adepti.

“A New York abbiamo celebrato il diritto alla libertà di girare a seno nudo – ha svelato Nadine Gray, presidente dell’associazione Go Topless -, ma in molte altre città è stata una protesta per il fatto di non poterlo fare”.

In alcuni Stati americani infatti, come l’Indiana, il Tennessee e lo Utah, girare a seno nudo è considerato illegale. Mostrarsi in topless in pubblico da sempre rappresenta una forma di protesta. Per le femministe degli anni Sessanta rappresentava la liberazione dall’odiato reggiseno, considerato uno strumento di costrizione, simbolo di una società maschilista.

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