Se una donna incinta sente la necessità di mangiare dolce piuttosto che salato, sappiamo che è perché il suo cervello ha bisogno di una coccola gastronomica per stare bene (ecco i miti da sfatare sulle voglie in gravidanza), ma non soltanto le donne in dolce attesa vengono talvolta rapite da irrefrenabili desideri a tavola.

Quando ci capita di non resistere a un richiamo alimentare specifico e non siamo incinte, allora dobbiamo considerarlo come un segnale che il nostro corpo ci sta mandando per avvertirci che qualcosa non va: in particolare si tratta di allarmi relativi a uno stato importante di disidratazione, di stanchezza o di dieta squilibrata.

Spesso chi ha voglia di cibi salati, secondo quanto ha dichiarato a Livestrong.com la dietista-nutrizionista newyorchese Tiffany Mendell, sta affrontando una mancanza di sodio dovuto a una eccessiva sudorazione e una conseguente disidratazione.

Se invece all’improvviso vi è capitato di non resistere a un bel piatto di patatine fritte (sapete che quelle del McDonald’s combattono la calvizie?), probabilmente avete dormito poco e male: la mancanza di sonno altera la produzione degli ormoni che regolano la fame, cioè la leptina – che aumenta il senso di sazietà – e la grelina – deputata invece ad aumentare la fame.

Secondo una meta-analisi del novembre 2016 sull’European Journal of Clinical Nutrition, la privazione del sonno può indurre una persona a mangiare una media di 385 calorie in più il giorno successivo.

Ma perché, in presenza di scarso riposo (ecco cosa succede al nostro corpo se perdiamo anche solo 15 minuti di sonno), si prediligono alimenti ricchi di grassi? La Mendell ha affermato che “il sonno insufficiente può aumentare il livello ematico di composti chimici chiamati endocannabinoidi. Ciò aumenta il valore della ricompensa del cibo e provoca voglie di cibi ricchi di grassi e ricchi di calorie”.