Harry Potter esisteva davvero: era un comune cittadino inglese nato a Bradford, il 24 Novembre 1884. Non possedeva nessun potere magico, nessuna bacchetta e non aveva nessuna vocazione per incantesimi e pozioni. Eppure, senza ombra di dubbio, anche l’omonimo del celebre maghetto merita grande considerazione e profondo rispetto. Come altri giovani della sua generazione, infatti, il vero Harry Potter ha combattuto per un ideale di giustizia ed ha pagato con la propria giovane vita il prezzo di questa decisione.
L’Harry Potter del mondo babbano di professione faceva il tintore ed aveva una viscerale passione per il calcio: ha militato, infatti, molti anni nella squadra della sua città, il Bradford City. I più attenti hanno riscontrato una coincidenza che non potrà non stupire gli appassionati della serie fantasy. Al tempo i colori della formazione calcistica erano giallo e rosso: esattamente le tinte che contraddistinguono i Grifondoro, mitica casata cui appartiene Harry Potter, il mago.
Con l’avvento della Prima Guerra Mondiale, il coraggioso e reale Harry Potter si arruolò nell’esercito britannico: il suo nemico non era quindi il perfido Voldemort ma il blocco degli Imperi centrali. Si recò in Belgio dove prese parte alla terza battaglia di Ypres. Il suo plotone, in seguito si spostò in Francia: da quel momento le tracce del tintore inglese sono andate perse. Presumibilmente è morto nei pressi di Arras nella Primavera del 1918.
Il suo cadavere non è mai stato ritrovato e le sue spoglie, quindi, non sono mai state restituite al suo Paese. Il suo nome, invece, è inciso a perenne memoria sulla lapide dedicata ai soldati dispersi affissa nel memoriale di Faubourg-d’Amiens. La sua figura, però, non è mai stata dimenticata dalla sua vecchia squadra di calcio: il Bradford City FC Museum ne ha conservato la memoria e ha comunicato al mondo che Harry Potter esisteva davvero.
Romanticamente sarebbe bello pensare che J. K. Rowling sapesse che Harry Potter esisteva e che abbia deciso di dargli fama planetaria. Probabilmente, in realtà, si tratta di una curiosa coincidenza: tanto il nome quanto il cognome del maghetto sono piuttosto comuni nel Regno Unito. Eppure la vicenda di un giovane appassionato di sport che decide di combattere un pericoloso nemico mettendo a rischio la propria vita sembra coincidere in modo davvero aderente a quella narrata nei libri.