I cibi che (probabilmente) potremmo mangiare su Marte

Ecco il menu che potremmo trovarci di fronte sul pianeta rosso

6 Agosto 2021

Vivere su Marte potrebbe sembrare una possibilità inverosimile, ma in realtà la colonizzazione umana del pianeta rosso potrebbe essere più vicina in futuro di quanto si possa pensare. Lo Smithsonian Magazine ha incontrato Kevin Cannon, scienziato planetario e coautore del documento “Nutrire un milione di persone su Marte”, per sapere quali cibi potrebbero mangiare i coloni marziani e come potrebbero essere acquistati o prodotti.

È uno scenario difficile date le sfide presentate da Marte: a causa del clima freddo e della quasi assenza di atmosfera, una colonia richiederebbe un ambiente chiuso, riscaldato e pressurizzato per crescere. Cannon e il suo coautore, Daniel Britt, pensano che si possa fare.

In sostanza, il piano è di coltivare colture e ortaggi in tunnel sotterranei, acquisire proteine ​​attraverso prodotti a base di insetti e acquisire carne da un processo chiamato agricoltura cellulare, in cui la carne viene coltivata in bioreattori da cellule animali. Sembra certamente un grande miglioramento rispetto alla carne irradiata e al ramen spaziale con cui gli astronauti della NASA sono abituati a fare spuntini e al gelato spaziale congelato della nostra infanzia. Ma approfondiamo ulteriormente.

Secondo Cannon, come riporta Mashed.com, gli astronauti attualmente nello spazio hanno piccoli giardini dove possono coltivare ortaggi. Nel suo piano, questo processo sarebbe esteso a una scala molto più ampia e includerebbe colture come mais, grano e soia che sono più ricchi di calorie. Per quanto riguarda la porzione di carne, il piano di Cannon include l’agricoltura cellulare, in cui le cellule verrebbero prelevate da un animale e coltivate in una soluzione nutritiva. Sottolinea che il metodo sarebbe non solo efficiente, ma anche un modo più etico per proteggere le proteine ​​e, dice, siamo già più vicini di quanto si possa pensare a essere in grado di farlo sulla Terra.

È la terza parte del piano di Cannon che può sembrare la meno appetitosa, e riguarda gli insetti. “Si rivelano un’ottima fonte di proteine ​​e, ancora una volta, è molto più sostenibile. Non richiedono molta terra o molta acqua rispetto alle pratiche di allevamento industriale”, afferma Cannon.

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