Molti sono convinti che non ci sia nulla dopo la morte (non è vero, la nostra mente continua a funzionare), ma dovremmo chiederlo alle generazioni future quando si troveranno a gestire chilometrici cimiteri sparsi per il mondo: il problema c’è ed è più che concreto considerato che secondo alcune stime dell’Onu saremo quasi 10miliardi di persone nel 2050.
La soluzione più realistica è ottimizzare gli spazi costruendo cimiteri verticali (il più grande si trova in Brasile): a Hong Kong per esempio, nonostante il governo incoraggi la cremazione dei corpi dopo il trapasso, ne esiste uno che si estende in lungo e in largo per un’intera collina che si affaccia sul più importante e prolifico centro finanziario cinese (sapete che anche gli aeroplani hanno un posto dove riposare in pace?).
A immortalare questo cimitero verticale e tutte le sue trasformazioni per 5 lunghi anni ci ha pensato il fotografo Finbarr Fallon, specializzato in foto di architettura: il progetto a lungo termine si chiama “Dead Space” e mostra il divenire del vastissimo camposanto che si estende sulla collina.
Le immagini sono senza dubbio inquietanti (peggio quelle del cimitero per vampiri scoperto in Polonia) ma fanno anche molto riflettere sull’urgenza di trovare una soluzione all’annosa quanto ineluttabile questione finale.
Anche a Verona, ben prima della realizzazione del popolarissimo giardino verticale a Milano, era in progetto la costruzione di un cimitero di questo genere, poi il progetto naufragò.