Come proteggersi dalle larve giganti che anno invaso Milano e Roma? Abbiamo intervistato l’uomo che sa tutto di questi mostri e ci ha raccontato che l’antidoto è la marjiuana.
Nei giorni scorsi vi abbiamo parlato delle larve giganti che hanno invaso Milano e Roma infiammando Facebook e i social con i cittadini delle due città che si chiedevano che cosa fossero. Oggi abbiamo scovato l’uomo che c’è dietro questo mistero e lo abbiamo intervistato per farci dire qualcosa di più.
Lui si chiama Riccardo Paoletti, ed è un regista toscano che ha vissuto negli Stati Uniti e ora sta a Milano. Il motivo di questa invasione è la campagna pubblicitaria di guerrilla marketing per il lancio del film “Tafanos”, una commedia horror prodotta da Sky e Minerva che andrà in onda questa sera alle 21 su Sky Cinema Max. Ecco cosa ci ha detto sulle spaventose larve e sul film.
Che cosa sono queste larve che stanno infiammando i social?
Queste larve nel film sono l’inizio dei tafani. Si vedono solo in una scena, anzi ce n’è una sola gigante. Praticamente è una sorta di involucro che dovrebbe trasformare la vittima malcapitata. Però non voglio spoilerare niente.
Ci dici qualcosa in più sul film?
“Tafanos” è quella che tecnicamente si chiama “horror commedy”, cioè un film horror basato su una serie di canoni classici dei teen movie americani degli anni ‘80 ai quali chiaramente si ispira. Però, proprio per la situazione è un po’ surreale e assurda che presenta, fa ridere. Quindi non è una parodia, ma un film che si prende sul serio proprio perché quello che viene raccontato di assurdo diventa comico e fa ridere.
La trama è molto semplice: c’è il classico gruppo di amici che rimane intrappolato in una villa nel bosco, sperduta isolata dal mondo, e viene assediato da uno sciame di tafani carnivori assassini che spolpa la gente come dei piranha entrandogli da dentro e facendoli esplodere dall’interno. L’unico modo per sfuggire al morso dei tafani è fumare marijuana perché i tafani sono allergici al THC, il principio attivo della marijuana. Chiaramente nel film c’è una persona che ne fuma molta e i ragazzi per sopravvivere dovranno fumarsi anche il cervello, cercando di scappare con le ovvie conseguenze di chi fuma troppo. Poi ci sarà un finale a sorpresa che lascerà aperte molte possibilità di interpretazione da parte del pubblico.
A quali film americani ti si ispirato?
A tutto il filone dei film americani degli anni ’80 del genere “Creepshow”, “Tremors”, i primi “Nightmare”. In pratica quei film dove i teenager erano vittime del mostro di turno ma che avevano come denominatore comune il fatto di crederci. Ora l’horror è realismo; a quei tempi c’era il clima del racconto di paura. È questo che ho voluto ricreare senza alcuna pretesa: la mia è un’operazione filologicamente corretta.
Poi ognuno ci può leggere la metafora che vuole. I tafani sono l’assillo della vita moderna, i problemi, le invasioni e i disaccordi. Lo sfuggirne evadendo non è semplicemente annullandosi, ma vedendo le cose da un altro punto di vista che il THC ti permette di avere perché hai una visione a latere che forse a volte è quella utile per risolvere i problemi. Questa è la metafora che possiamo dare al film che di fatto è un film di puro intrattenimento.
Cosa rispondi ai milanesi e ai romani terrorizzati da queste larve giganti?
Che fanno bene a spaventarsi perché quando torneranno saranno molte di più e se non siamo pronti ci uccideranno tutti.