Se qualcuno di voi che legge è stato studente fuori sede, sa cosa significa avere la mamma, propria o di un coinquilino, in visita a casa: significa casa splendente, vestiti lavati e stirati e soprattutto pasti deliziosi in tavola. In genere funziona così, soprattutto se la mamma in questione viene dal Sud Italia.
Tre giovani italiani, Giuseppe Corsaro, Luca Maggiora e Corrado Mozzillo, hanno preso questa idea, l’hanno trapiantata all’estero e trasformata in business: la mamma in visita non è in una città del nord, ma a Londra, e non cucina a casa ma in un ristorante, dove ogni tre mesi si alterna ad altre mamme.
crediti foto @Giulia Verdinelli
Tutto questo è “La mia mamma”, ristorante londinese che sta per fare il bis, affiancato a un negozio online e a una gastronomia.
Le mamme cambiano ogni tre mesi ed arrivano da ogni regione d’Italia, con un meccanismo che sembra quello di un programma tv: portano le loro ricette e devono organizzare la cucina, insegnando i loro trucchi agli aiuto-cuochi e dirigendo la baracca in tutto e per tutto. Insieme alla loro abilità in cucina portano il loro essere mamme: coccolano i clienti, ma sono anche pronte a sgridarli se non finiscono il piatto o se si lamentano di qualcosa. Uno spettacolo che i clienti di ogni nazionalità adorano.
Le mamme si candidano online e per tre mesi vengono regolamente stipendiate: come racconta Krisha Baduge, marketing manager della società a Business Insider, lo chiamano “il mio Erasmus” e ne sono entusiaste. Alcune hanno qui figli e nipoti e ne approfittano per stare insieme a loro, altre sono in cerca di un’opportunità nuova, vogliono cambiare vita e lavoro oppure semplicemente divertirsi, libere dagli impegni familiari.
La Brexit prima e il Covid poi hanno messo qualche bastone fra le ruote a questo bel progetto, ma i ragazzi di “La mia mamma” sono riusciti ad andare avanti lanciando anche l’iniziativa “Il pacco di mamma”, una cassetta di prodotti tipici spedita in tutto il Regno Unito e aprendo un negozio di alimentari a Notting Hill.
Di loro parla anche il prestigioso The Times, chiamandole “The Mammas”