Nel cuore della Toscana, in provincia di Pisa, sorge il piccolo borgo di Larderello, frazione del comune di Pomarance. La sua posizione fortunata sulle colline metallifere del centro Italia regala certamente paesaggi suggestivi ma questo non è il solo vantaggio per gli abitanti della zona. Il paese, infatti, è in parte di proprietà dell’Enel e la produzione di energia geotermica ammonta a circa il 10% di quella mondiale. Una ricchezza che si trasforma in un risparmio sostanzioso nelle bollette energetiche di tutte le utenze della città e dell’intero territorio.
Come gli stessi abitanti dichiarano, il teleriscaldamento riesce a dimezzare i costi in bolletta con vantaggi economici ragguardevoli. In più, il sistema complessivo che gravita attorno alla produzione geotermica si dimostra, a livello regionale, un ottimo settore di impiego. Tra dipendenti diretti e indotto, infatti, la centrale dà lavoro a circa quattromila persone. Così, la Toscana si affida alla geotermia da Larderello per coprire all’incirca il 30% del suo fabbisogno energetico (dati: Cgil Toscana).
Un piccolo esempio delle potenzialità di questa preziosa forma di energia che potrebbe aprire orizzonti nuovi per il futuro, soprattutto in tempi in cui la transizione ecologica diventa sempre più urgente. La soddisfazione per i cittadini, al netto di saltuari guasti, è molteplice, ma senza dubbio il fattore economico è trainante nella scelta di passare al teleriscaldamento. Secondo le testimonianze degli abitanti, sarebbe almeno il 90% della popolazione locale a servirsi ormai del geotermico.
La produzione geotermica toscana, attualmente, equivale a circa 6 Terawattora di elettricità all’anno e conta su oltre trenta centrali diffuse sul territorio pisano. È chiaro, dunque, come gli enti locali – tramite Cgil Toscana – lamentino la scarsa attenzione nel PNNR verso lo sviluppo della geotermia che, mai citata, non è sostenuta nel suo sviluppo. Una vera e propria occasione mancata per una risorsa green preziosissima per l’intero territorio nazionale.
