In questi supermercati fai la spesa senza soldi: dove si trovano

Da Nord a Sud ecco i social market che aiutano le famiglie in difficoltà

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In un periodo storico come questo in cui molte famiglie faticano ad arrivare a fine mese, è bene sapere che esistono supermercati dove per acquistare il cibo non servono i soldi. In tutto il Paese infatti aumentano i market persone in difficoltà.

Il più recente è Arca, l’Emporio della Solidarietà inaugurato di recente a Monte di Procida, in provincia di Napoli. Un progetto che vuole aiutare concretamente quaranta famiglie selezionate dai servizi sociali. I clienti del social market napoletano ricevono una tessera a punti da usare per pagare la spesa. Una volta finiti i punti a disposizione, i beneficiari del progetto possono ricaricare la propria tessera tramite ore di volontariato, da prestare secondo le proprie possibilità, competenze e predisposizioni.

Passiamo a Rimini e al suo Emporio Rimini, progetto che coinvolge associazioni, istituzioni, cittadini e imprese. L’Emporio viene definito come “un luogo dove il concetto di ‘aiutare’ è il fattore chiave” si legge su Initalia.Virgilio.it. Anche qui i prodotti si pagano con la tessera a punti che vengono assegnati in base ad alcuni parametri. Quali sono i requisiti? La residenza a Rimini o in uno dei dieci Comuni della Valmarecchia, Dsu e Isee con un reddito massimo di 7.500 euro e stato occupazionale per le persone in età lavorativa.

Restando in Emilia Romagna c’è anche il caso dell’Emporio Portobello di Modena. Pure qui la spesa si può fare ricambiando con il volontariato. Tra le tante risorse dell’emporio solidale si segnalano i servizi di prima consulenza legale e di sostegno, per le famiglie che necessitano di aiuto in seguito a problemi legati al lavoro.

Nel Nord Italia merita menzione l’associazione Terza Settimana che ha aperto quattro social market in Italia. I primi due a Torino, gli altri a Milano, in via Leoncavallo 12 e in via Sebastiano Del Piombo 13. Obiettivo: dare ai più bisognosi un paniere di prodotti a prezzi calmierati. Il costo massimo della spesa è di 20 euro e in alcuni casi viene coperto dalla Caritas.

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