La montagna è bella sia d’estate che d’inverno tuttavia molti piccoli borghetti soprattutto del Nord Italia si ritrovano ad essere quasi completamente vuoti per via della sempre maggior propensione a scegliere la città con tutti i suoi servizi.

Eppure la pandemia ci ha obbligati a rimettere al centro l’importanza del vivere in spazi accettabili, possibilmente all’aperto: in montagna è assolutamente possibile rispettare il distanziamento sociale, respirare aria pulita, fare sport e vivere bene.

Per questo motivo la Regione Piemonte ha promosso nei mesi scorsi l’iniziativa dal titolo “Vado a vivere in montagna” che si traduce in un bando che prevede lo stanziamento di fondi da 10mila a 40mila euro per tutti coloro che – avendo i requisiti richiesti – decidano di trasferirsi in piccoli comuni montani contribuendo al ripopolamento di queste zone di confine.

Vivere la montagna tutto l’anno è un impegno da prendere con grande rispetto ma i benefici sono indescrivibili (ecco alcuni motivi per cui la neve fa bene!): il bando in questione ha visto un’ottima affluenza con oltre 570 domande pervenute in prevalenza da giovani e giovanissimi disposti a rivoluzionare la propria vita ripartendo dall’ambiente.

In totale sono stati 465 i comuni montani del Piemonte che hanno aderito al bando Residenzialità in montagna: tra i requisiti, essere nati dopo il 1980 dava un punteggio maggiore, così come avere almeno un figlio sotto i 10 anni. Tra gli obblighi, invece, la necessità di trasferire la propria residenza in montagna per almeno 10 anni e ristrutturare le abitazioni esistenti utilizzando materiale locale e in linea con l’identità di questi territori in modo da valorizzare le preesistenze storiche.

I vincitori hanno ricevuto tra i 10mila e i 40mila euro a seconda dei progetti presentati alla Regione Piemonte e si impegnano a stabilire con la montagna un patto di lealtà in cambio di nuova linfa, anche economica e lavorativa, tra le zone alpine.