Instagram a pagamento? Ecco quale è la verità

Il numero uno di Instagram, Adam Mosseri, ha suscitato un po' di scalpore introducendo il modello delle subscriptions, per ora solo negli USA

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Il mondo dei social network nelle ultime ore è entrato in subbuglio, tutto a causa di una anticipazione arrivata dal numero 1 di Instagram, Adam Mosseri, che sembra ricalcare quelle catene di Sant’Antonio in voga fino a qualche tempo fa, nelle quali c’era sempre l’allerta su una famosa piattaforma gratis che stava per diventare a pagamento.

In effetti il tam tam mediatico degli ultimi giorni riporta proprio questo rumors: Instagram sta per diventare un social a pagamento? Diciamo subito e a chiare lettere che no, non succederà e non è questo quello che ha detto Mosseri nel suo ultimo video.

Il modello di business al quale Instagram sta sperimentando l’adesione è quello delle subscriptions: abbonamenti che alcuni creators potranno offrire ai loro follower, che grazie a questa esclusività potranno approfittare di contenuti esclusivi, non disponibili gratuitamente. Semplificando: pagando una somma i follower avranno accesso a una serie di contenuti privati ed esclusivi da parte dei creator che seguono. Un meccanismo simile a quello della piattaforma OnlyFans.

Per ora la sperimentazione è partita in America e non a tutti i creators è stata data questa possibilità: lo stesso Instagram ne ha scelti alcuni, fra i più attivi ed influenti. L’abbonamento, secondo le prime indiscrezioni, avrà un costo fra 0,99-99,99dollari, quindi molto variabile, che sarà deciso dal creator. I contenuti esclusivi proposti saranno dirette, storie e badge (che sono già acquistabili).

Per il primo anno Meta non incasserà percentuali sugli abbonamenti, quindi i creators guadagneranno il 100% dei loro introiti, ma successivamente attiverà un prelievo sugli incassi.

I creators non produrranno solo contenuti a pagamento, anzi: continueranno ad offrire contenuti gratis esattamente come prima, proponendo però ai follower che decidono di sostenerli anche altri materiali. Secondo le intenzioni di Mosseri, questo sistema dovrebbe aiutare i micro-influencer, coloro che fanno molti sforzi ma non riescono ad emergere in un mondo già molto variegato e saturo.

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