Italia, il dramma del fiume Po e del Tevere: non si era mai visto

La situazione idrica in Italia si fa molto preoccupante: il Po è diventato salato in alcuni tratti, fiumi e laghi laziali soffrono la siccità

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Gli inarrestabili cambiamenti climatici, il rialzo continuo delle temperature, la mancanza di piogge primaverili e la scarsità di neve nel periodo invernale sta mettendo in ginocchio il centro e il nord Italia: la situazione idrica di grandi fiumi come Po e Tevere, e di laghi altrettanto importanti, inizia a preoccupare esperti e autorità territoriali, soprattutto in vista dell’estate.

L’allarme emerge dalle ultime analisi condotte dall’Osservatorio ANBI Risorse Idriche secondo cui parte del fiume più importante d’Italia è diventata salata. “Supera ormai i quindici chilometri la risalita del cuneo salino lungo il fiume Po, che al rilevamento di Pontelagoscuro è sceso al di sotto dei minimi storici, toccando i 301,6 metri cubi al secondo, molto al di sotto della soglia critica, fissata a mc/sec 450” si legge nel comunicato da cui è chiaramente possibile dedurre quali siano le conseguenze per il settore agricolo.

Addirittura le prime falde acquifere destinate all’uso domestico e potabile potrebbero essere contaminate con acqua salata già dalla prossima settimana fermo restando che l’acqua salata sta già mettendo in pericolo la sopravvivenza di molte colture.

Anche il Tevere è ai minimi storici in termini di portata d’acqua così come i laghi dei Castelli Romani: quello di Nemi ha raggiunto un livello di 50 cm di media quando lo scorso anno superava i 160 cm. Colpa dell’eccessiva pressione antropica che rende impossibile il rifornimento d’acqua negli specchi lacustri e nei corsi d’acqua.

Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI (Associazione Nazionale Consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue) ha espresso preoccupazione proprio per le condizioni di deficit idrico in cui versano i Castelli Romani: “In queste zone le conseguenze dei cambiamenti climatici si sommano ad un’eccessiva pressione antropica, maturata negli anni ed i cui prelievi idrici hanno abbassato la falda a livelli tali da rendere ormai impossibile la ricarica degli specchi lacustri, le cui acque altresì sono richiamate nel sottosuolo”.

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