La legge che obbliga gli influencer a dichiarare il fotoritocco

Accade in Norvegia, e manca solo la firma del re perché entri in vigore

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Chissà cosa succederebbe se si verificasse in Italia. Per ora riguarda la Norvegia, dove una legge costringerà gli influencer e le aziende a dichiarare apertamente quali delle foto o video condivisi sono stati ritoccati. D’altronde non è un mistero che i social media siano da tempo accusati di distorcere la realtà e di contribuire a diffondere canoni di bellezza poco corrispondenti alla realtà.

L’utilizzo di fotoritocco nelle pubblicità non è di certo una novità, ma l’avvento dei social ha peggiorato notevolmente la situazione. Gli influencer cercano continuamente collaborazioni con i brand per pubblicizzare vari prodotti nel modo più originale possibile. E visto che in questo settore la differenza la fanno i follower, essi vengono accumulati con risultati rapidi e d’effetto ottenuti spesso con i programmi di fotoritocco o con i filtri di Instagram.

I filtri di bellezza tendono a offrire una visione del corpo sempre più idealizzata e lontana dalla realtà. Zigomi alti e rotondi, naso senza imperfezioni, fianchi in proporzione. Malgrado diverse campagne di sensibilizzazione, la situazione però non cambiava, e così la Norvegia ha deciso di ricorrere alle maniere forti.

Il 2 giugno scorso il parlamento norvegese ha approvato una nuova legge destinata proprio alle aziende e agli influencer dei social media, come riporta Smartworld.it. In sostanza sarà illegale condividere foto promozionali in rete senza specificare se le immagini sono state ritoccate o se è stato applicato qualche filtro.

In questo modo si spera di fare dei social media un ambiente digitale un po’ meno finto e artefatto anche per combattere questi assurdi stereotipi di bellezza non corrispondenti alla realtà. Un provvedimento necessario dal momento che le nuove generazioni hanno una bassissima autostima, e sono sempre in aumento i casi di disturbi alimentari come bulimia o anoressia.

La legge è stata approvata dal parlamento, ma perché entri in vigore bisogna attendere la firma del re di Norvegia Harald V.

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