La lettera di un negoziante cinese: “Non trattarmi come un virus”

Sulla Tuscolana, a Roma, un commerciante cinese ha esposto un messaggio contro diffidenza e pregiudizio che “uccidono più di un virus”.

26 Febbraio 2020
Fonte: 123RF

Nei giorni in cui le misure di contenimento del contagio da Coronavirus sono in vigore, a moltiplicarsi purtroppo sono anche i casi di aggressioni – verbali e fisiche – nei confronti dei cittadini cinesi in Italia. A darcene prova sono, ancora una volta, sono i social sui quali è anche comparso un messaggio particolare.

Si tratta di una foto scattata alla vetrina di un’attività commerciale a Roma, su via Tuscolana, dove il negoziante ha affisso un cartello. “Sono un Cinese – si legge – che la mattina va a scuola insieme a te, che ti passa il compito di matematica all’esame, che va a danza e balla con te.”

“Che ti serve il cappuccino tutte le mattine, che ha fatto taglio e messa in piega a tua mamma, che ogni volta entri in tabaccheria sa già cosa vuoi – continua – che ha pianto quando visto i morti del terremoto ad Amatrice […] che preferisce la pasta carbonara più del riso cantonese”.

La pioggia di like e commenti al post è stata immediata e speriamo sia colto anche l’appello finale: “Non trattarmi come un virus, la diffidenza e il pregiudizio a volte uccidono più di un virus.” Parole su cui meditare e da fare proprie.

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