La nuova sfida del miracolato Bridelli

Salvo dopo una rovinosa caduta (e 83 giorni di ospedale), il corridore dovrebbe secondo logica appendere la bici al chiodo, ma non molla

10 Gennaio 2017

Riccardo Bridelli è un miracolato. Il giovane ciclista della squadra milanese Pregnana­Team Scout è stato vittima, lo scorso 2 settembre, di una terrificante caduta nel corso della seconda semitappa della Vuelta a Tenerife, un giro in tre giornate dell’isola spagnola, famosa per ospitare gli allenamenti dei big, da Nibali a Contador.

A 30 km dal traguardo di Arafo (su 95 km totali), il 20enne, per evitare un altro corridore che aveva sbagliato la traiettoria, è finito in un burrone alto 57 metri, l’equivalente di un palazzo di venti piani, sbattendo contro la roccia e atterrando su di un arbusto. Nonostante il primo bollettino medico fosse terrificante (dissecazione della carotide provocata dal laccio del caschetto, emorragia e fratture al bacino, lesione a un rene, contusione polmonare, quattro vertebre e due denti rotti), Riccardo si è ripreso e il 25 novembre, dopo ottantatre giorni di ospedale, ha rimesso piede in casa: "A Tenerife leggevo tutti i giorni la Gazzetta. Al Niguarda ho fatto amicizia con altri ragazzi. Ci chiamavamo il club dei miracolati. Perché questo sono: un miracolato", racconta in una lunga intervista a 'La Gazzetta dello Sport'.

"A volte penso che a 20 anni sono per metà di ferro, però cerco il lato positivo – prosegue Bridelli -. Sono perito meccanico, ma studio Nietzsche e leggo libri come 'Io sono un’arma' di David Tell e 'Non si abbandona mai la battaglia' di Eric Greitens. Mi insegnano che, se hai dieci motivi per essere triste, devi cercare l’undicesimo per sorridere. A Milano mi hanno detto: 'Con una bici al massimo andrai a comprarti il gelato'. Posso caricare al 30% con la gamba destra, ma prima di Natale sono salito in sella per qualche minuto. Il mio sogno è tornare quello di prima. Sono pazzo? In ospedale guardavo ogni giorno il video sulla storia di Adriano Malori. Lui ce l’ha fatta. Posso riuscirci anch’io".

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