L’importante è andare forte. Sempre. Anche se non si è in gara, si viaggia su uno scooter e non c'è una bandiera a scacchi da vedersi sventolare in faccia prima possibile. Ma quello che hanno combinato a Sepang Tatsuki Suzuki e Fabio Spiranelli, piloti del team CIP-Unico Starker di Moto3, nonostante non sia grave nella maniera più assoluta, va detto, porterà alla rivoluzione più incredibile nel motomondiale.
Chi vorrà fare una ricognizione in pista, per studiare le traiettorie da scegliere nel corso delle prove e del Gran premio, dovrà farlo a piedi o in bicicletta, come già succede da tempo in Formula 1, e non più in scooter. Ciao ciao motori, quindi, vi tocca pedalare.
I due giovani talenti in erba (‘Spiro’ compirà 17 anni il 5 dicembre), probabilmente esaltati dalla bellezza del circuito malese, sono caduti in terra: il lodigiano, che a luglio, al Sachsenring, si era fratturato la mano sinistra (però stava regolarmente provando in vista del Gran premio di Germania), si è anche lievemente ferito a una gamba e hanno dovuto applicargli alcuni punti di sutura, che non gli hanno impedito di scendere in pista mentre in Italia era notte e che, comunque, mettiamola sul ridere, non gli verranno conteggiati in classifica. Il giapponese, invece, non si è fatto niente del tutto. Suzuki, a oggi, ha 18 punti in classifica, ma non è mai riuscito a entrare nella top 10. Spiranelli, proprio a Phillip Island, domenica scorsa, ha ottenuto il suo migliore risultato stagionale, piazzandosi al diciottesimo posto nella gara andata in scena sulla pista australiana.
Tornando a bomba sul ‘fattaccio’ di Sepang va sottolineato come la Race Direction, sempre attentissima alla sicurezza dei piloti, probabilmente non aspettava altro per prendere un nuovo provvedimento assai restrittivo. Già un anno fa aveva costretto i centauri e i membri dei team a indossare il casco e ora ha deciso di fare un passo ulteriore.