E’ la volta dei Lamb, in particolare della loro componente femminile Lou Rhodes, che ci ha regalato una bellissima playlist ispirazionale. Il duo di Manchester, composto appunto da Lou e Andy Barlow, è famoso in tutto il mondo soprattutto per i due singoli Gorecki e Gabriel, caratterizzati da uno stile elettronico, influenzato dal trip hop, dalla techno e dal drum and bass.
Ecco i brani scelti da Lou per la sua playlist:
A Winged Victory for The Sullen – Steep Hills of Vicodin Tears
“Sono incappata in questo brano circa un anno fa e lo trovo immensamente rilassante ed evocativo nel modo in cui la nota di basso si gonfia in corde che vanno dritte al cuore. Questo progetto ha sede in Belgio: è tutto quello che so”.
Commodo: Hadi Hadi Ah
“Il basso su questa traccia mi uccide ogni volta. È un esercizio di minimalismo”.
Kate Tempest: Firesmoke
“Ho sempre amato Kate Tempest ma questi testi descrivono l’amore erotico in un modo che mi fa formicolare la spina dorsale e brama quella stessa profondità di connessione. Meraviglia!”.
Ahmad Jamal (Feat. Abd Al Malik) – Marseille
Grazie al jazz moderno e una lirica che racconta una storia d’amore dolce-amara con una città. Sono stato appena fuori Marsiglia quest’estate e ho lasciato che questa melodia accarezzasse la calda brezza della sera mentre la notte saliva.
Equiknoxx – Enter a Raffle… Win a Falafel
“Il titolo di questo brano è sufficiente per essere uno dei miei preferiti: ancora una volta un esercizio di minimalismo e di ritmo sfacciato”.
Sampha – (No One Knows Me) Like ThePiano
“Ho sempre avuto un pianoforte in cucina e mio figlio maggiore, Reuben, lo suona ogni volta che era a casa. È una delle cose più preziose per me, cucinare e ascoltarlo suonare. Questa canzone descrive quell’amore profondo e il riconoscimento di madre e figlio. Mi fa piangere ogni volta che lo sento”.
Four Tet – Parallel Jalebi
“Amo Fourtet e credo sia sempre difficile restringere la scelta a una traccia, ma qui c’è un’interazione speciale tra l’urgenza del ritmo e il bagliore luccicante della voce”.
John Hopkins – Recovery
“John Hopkins è un genio e adoro il fatto che la sua musica trasmetta una pace interiore anche nei suoi momenti più frenetici (pensa soprattutto a “Rapid Eye Signal”). Ha una lunga pratica di meditazione trascendentale che traspare in gran parte della sua musica, ma soprattutto in questo brano”.
Little Simz – Boss
Così spesso l’hip hop britannico è una pallida imitazione della sua controparte americana, ma c’è un vantaggio nei suoi testi e nelle sue consegne che è così distintamente e autenticamente londinese che brilla di luce propria.
James Blake – Don’t Miss It
L’album “Assume Form” di James Blakes ha formato la mia colonna sonora costante all’inizio di quest’anno. Non riuscivo letteralmente a smettere di giocarci. Penso che mi abbia parlato così tanto che i testi descrivono una relazione amorosa sia con il suo nuovo partner sia con la città di Los Angeles che è diventata la sua casa con una profondità di emozione palpabile. Questa traccia dice così tanto in così poco. “Da non perdere”. Lo facciamo spesso.
In attesa di vedere live i Lamb il 30 novembre in Santeria a Milano e 1 dicembre al Locomotiv di Bologna, ascoltiamoci la playlist di Lou: