La realtà virtuale può aiutare a sconfiggere il dolore. È questo il dato che emerge da un nuovo studio sull’impiego del gioco digitale a fini terapeutici. Il fatto che la psicologia rivesta un ruolo di primo piano nel modo in cui sperimentiamo sia il dolore acuto, che quello cronico, non è una novità. La ricerca ha dimostrato come le sensazioni dolorose possano essere manipolate in base a quello che pensiamo. Oggi, grazie al progresso della tecnologia, nuovi metodi finalizzati al sollievo dal dolore stanno raggiungendo risultati sempre più promettenti.
L’idea alla base di questi approcci è che, immersi in un mondo virtuale coinvolgente, i pazienti riescano a distrarsi dall’esperienza dolorosa che stanno provando. I progressi nell’ambito della grafica digitale, specialmente nel settore del gioco, hanno reso alcune tecnologie, una volta costose, più accessibili. Il risultato è che sistemi di realtà virtuale sempre più evoluti cominciano ad essere utilizzati nel trattamento dei pazienti durante procedure dolorose, come le cure dentistiche o la medicazione delle ustioni.
Finora solo pochi studi, effettuati a campione, hanno testato l’efficacia di questo approccio. Tuttavia una nuova ricerca, pubblicata di recente sulla rivista scientifica Royal Society Open Science, ha portato alcune prove determinanti a favore dell’impiego della realtà virtuale per aiutare chi soffre. Scopo dello studio era esaminare gli effetti degli stimoli sensoriali uditivi e visivi sulle sensazioni dolorose. I ricercatori hanno quindi lasciato un gruppo di 27 volontari sani con le mani immerse nell’acqua ghiacciata (a circa 1⁰C), fino al punto in cui non potevano più tollerarlo. Contemporaneamente, li hanno coinvolti in un gioco virtuale, ambientato in un mondo futuristico.
I ricercatori hanno analizzato come i livelli di tolleranza del dolore siano stati modificati dalle diverse quantità di input sensoriali provocati dal gioco, utilizzando, prima separatamente e poi insieme, i suoni e le immagini. Forse non vi sorprenderà, ma lo studio ha rilevato che i livelli di tolleranza del dolore sono stati più alti, quando gli input visivi e uditivi erano combinati. Tuttavia, è interessante notare che, anche sperimentando separatamente suoni e immagini, i soggetti hanno aumentato il proprio grado di tolleranza del dolore. La prossima volta, invece di frugare nell’armadietto del bagno alla ricerca di un antidolorifico, potreste avviare un video game.