La storia di Arthur, il cane che attraversò la giungla per 700 km

Arthur è il cane membro della squadra sportiva estrema svedese. Insieme agli atleti ha attraversato la giungla per 700 km

26 Gennaio 2017
Fonte: Pixabay

La squadra sportiva estrema svedese si trovava nella giungla amazzonica per una gara di resistenza quando si è imbattuta in un grosso cane affamato. Impietositi, gli atleti hanno offerto all’animale alcune polpette svedesi, l’unico cibo che era loro rimasto. Credevano che Arthur, così è stato ribattezzato il cane, li avrebbe abbandonati e si sarebbe perso tra gli alberi e invece non ha mai più abbandonato la squadra.

Il cane, ad oggi, è il primo membro effettivo a 4 zampe della squadra sportiva svedese con la quale ha percorso, attraverso il cuore della foresta amazzonica, ben 700 chilometri per giungere a una casa migliore. Da allora, Arthur non si è tirato indietro di fronte ad alcun sport praticato dagli atleti, allenandosi, gareggiando, vincendo e perdendo con loro.

Una squadra al completo

Che si trattasse di competizioni di kayak, mountain bike, escursioni o trekking, Arthur non ha mai abbandonato la squadra sportiva estrema della Svezia. Con gli atleti Arthur ha dormito sul duro e scomodo cemento, è affondato nel fango in condizioni disagiate. Quando loro remavano sul kayak, il fedele cane nuotava loro accanto.

Uno dei membri del Peak Performance Adventure Racing Team ha affermato che si era recato in America del Sud per vincere i campionati, ma ha vinto molto di più: un nuovo compagno di squadra e un nuovo amico. Adesso i membri non sono più quattro, ma cinque, e così rimarranno finché morte non li separi.

Una commovente adozione

Una volta usciti indenni dalla giungla amazzonica, gli atleti della squadra sportiva estrema svedese hanno pensato che non sarebbe stato facile dire addio a uno dei compagni con il quale avevano condiviso quell’ incredibile esperienza e avventura estrema. Per prima cosa, hanno chiesto che, al termine della gara, Arthur fosse visitato da un veterinario che accertasse il suo stato di salute ed eventualmente lo curasse.

Superato questo step, la squadra ha avviato le pratiche per il rimpatrio in Svezia del cane. Il rischio di ricevere un no era particolarmente elevato: la Svezia ha leggi piuttosto restrittive sull’ingresso di animali provenienti dall’estero. Invece, dopo qualche giorno, è arrivato l’ok: Arthur, con grande commozione di tutta la squadra, si è trasferito in Svezia.

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