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La storia di Fido, l'Hachiko italiano: una statua per ricordarlo

Nel 1941 la lealtà indiscussa di un cane al suo padrone commosse un piccole Comune toscano: la storia di Fido.

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La storia di Hachiko è nota a tutti e viene ormai raccontata da decadi, simbolo della fedeltà indiscussa di un cane al proprio padrone. C’è persino una statua a Tokyo che commemora la lealtà del cane di razza Akita che, per dieci anni dopo la morte del padrone, si recava invano alla stazione di Shibuya per attenderlo.

Una storia commovente che ha una sua italianissima e preziosa versione. Nel comune di Borgo San Lorenzo – in Toscana – sorge infatti una statua (in Piazza Dante, per la precisione) che ricorda il cane Fido e la sua storia. Bisogna però tornare indietro nel tempo, al 1941 per l’esattezza. L’Italia da pochi mesi era entrata in guerra e l’inverno di quell’anno fu particolarmente duro, sia per le attività belliche che per la situazione economica del paese. A gennaio, però, un fatto di cronaca si apprestava a scrivere la storia dello stesso borgo e il protagonista era appunto Fido.

“Fu quando Carlo Soriani, operaio di Luco (frazione di Borgo San Lorenzo) trovò in un fosso un cane ferito. – si legge sul sito del Comune, che racconta la storia del cane – Senza pensarci due volte, l’uomo si prese cura dell’animale, lo portò a casa e lo curò. Fido, così fu chiamato il cane, guarì e stabilì un legame così forte con il suo nuovo compagno che, non solo tutte le mattine lo svegliava alle 5.30 e lo accompagnava alla fermata del bus (da dove Soriani partiva per il lavoro alle Fornaci Brunori di Borgo San Lorenzo), ma lo aspettava ogni sera al suo rientro”.

“Il 30 dicembre 1943 un terribile bombardamento alleato su Borgo San Lorenzo causò oltre 100 vittime. Fra loro Carlo Soriani. – continua poi il racconto – Quella sera Fido attese inutilmente che Carlo Soriani scendesse dal bus. Da allora, ogni sera, ininterrottamente, per oltre 14 anni fino alla sua morte avvenuta l’8 giugno 1958, Fido lasciava la propria cuccia dirigendosi nella piazza del paese, pronto ad attendere chi, in realtà, non avrebbe fatto mai più ritorno. Fido venne sepolto accanto al cimitero di Luco, poco distante da Carlo Soriani”.

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