L’accesso a internet è diventato a tutti gli effetti un diritto umano. La decisione è stata presa dal Concilio dei diritti umani delle Nazioni Unite, che nel corso di giugno aveva già passato una risoluzione ufficiale atta a condannare tutti quei paesi che ostacolano concretamente o impediscono il regolare accesso alla rete internet .
La decisione è avvenuta lo scorso venerdì, ma alcuni paesi si sono opposti alla risoluzione, tra i quali figurano India, Russia, Cina, Sud Africa e Arabia Saudita, paesi nei quali la libertà di espressione non sempre trova uno sbocco.
Dall’altro lato, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha recentemente fortemente promosso l’accesso a internet come un diritto umano, affermando che non si tratta più di un lusso ma di una vera e propria necessità per chiunque.
Settanta paesi si sono schierati a favore della risoluzione, e tra i maggiori sostenitori figura l’organizzazione britannica Article 19, che promuove fortemente la libertà di espressione e informazione. Il direttore esecutivo dell’organizzazione, Thomas Huges, ha rilasciato un comunicato con il quale condanna fortemente la presa di posizione dei paesi che hanno opposto la risoluzione.
Secondo Huges, è inaccettabile e sorprendente in senso negativo che Stati democratici come l’India o l’Indonesia si oppongano a un diritto così importante al giorno d’oggi, che assume un ‘importanza capitale nell’ottica dell’agenda per lo sviluppo sostenibile del 2030. In questo contesto, lo sviluppo e la diffusione di internet e della tecnologia rappresentano un passo fondamentale verso il progresso umano.
Va sottolineato che internet è presente e utilizzato ormai in quasi ogni aspetto della vita quotidiana, dalla lettura delle notizie, all’utilizzo di servizi di pagamento online e per molto altro. Per questi motivi, è assolutamente necessario che l’accesso a internet sia considerato un vero e proprio diritto umano, e non solo una semplice fonte di svago come spesso è fatto da molti.
Sebbene sia stato compiuto un importantissimo passo dalle Nazioni Unite nell’affrontare un problema così attuale, l’organizzazione non ha alcuna possibilità di rendere vincolante legalmente la risoluzione. Questo dovrà essere fatto dai singoli Stati, che dovranno riconoscere l’importanza dell’accesso a internet come un diritto umano e dovranno tutelare la privacy online e promuovere l’educazione alla tecnologia anche per le donne.