Roma, 18 gen. (askanews) – Un richiamo dei vescovi alla politica che “non ha fatto bene il suo lavoro”. Perché l’Italia “non è un paese normale” se la politica abdica dalle sue funzioni per delegarle ad un altro potere come quello giudiziario. A dirlo è il segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino, il quale ha risposto così, nel corso di una conferenza stampa in occasione della conclusione dei lavori del Consiglio permanente della Cei, a chi gli chiedeva un commento sulla sentenza della Corte Costituzionale sulla legge elettorale. “È sotto gli occhi di tutti – ha detto il presule – che oggi le due ultime leggi elettorali sono il frutto di un pronunciamento dei giudici.
Questo significa, evidentemente, che la politica non ha fatto bene il suo lavoro. Ma – ha poi proseguito – non è un Paese normale quello nel quale è la magistratura a dettare i tempi e i modi alla politica”.
Monsignor Galantino ha, poi, auspicato che la stessa politica, prima di pensare a un possibile ritorno alle urne, rifletta perché “chi è incaricato e pagato per far funzionare il sistema politico non sa farlo mentre ci sono altre persone che lo stanno facendo al posto loro. Ripeto – ha concluso – che non è un paese normale quello dove ogni decisione viene presa dopo che un altro organismo dello Stato ti dice se sei legittimato o no a fare qualsiasi cosa”.
“Quando c’è la volontà politica i tempi si abbattono”. E’ con queste parole, invece, che il presidente del Senato, Pietro Grasso ha risposto ai giornalisti che, a margine di un convegno a Palazzo Madama, lo hanno interpellato circa i tempi che secondo lui sono necessari per una nuova legge elettorale e per recepire i rilievi che la Consulta ha mosso in proposito.
“Intanto si può lavorare su quello che si è già in grado di percepire – ha proseguito Grasso -. Naturalmente quando arriveranno le motivazioni sarà tutto più chiaro”.