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Le 6 cose belle dei concerti

I concerti musicali sono spesso costosi, ma ciò non significa che non valga la pena partecipare: ecco sei buone ragioni per farlo

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L’estate è ormai arrivata, con il caldo, le vacanze scolastiche e, per gli amanti della musica, un numero di concerti che non trova pari in qualsiasi altra stagione. Il costo di un concerto è solitamente piuttosto elevato: al prezzo del biglietto, che ovviamente cresce con la fama dell’artista, si aggiungono quello degli spostamenti per arrivarci, quello del pernottamento -nel caso l’evento abbia luogo lontano da casa-, quello dei viveri da consumare durante l’esibizione.

Perché dunque le persone, e soprattutto i fan di un artista, sono ben contenti di spendere queste cifre per assistere a un concerto, quando potrebbero ascoltare la stessa musica comodamente e gratuitamente -o comunque con un costo molto contenuto-? In realtà, i benefici di un concerto sono molti.

Musica live, artisti dal vivo ed eventuali interazioni

Ascoltare un cantante, un musicista o una band dal vivo, effettivamente, è molto diverso rispetto a farlo con le cuffie chiusi in camera propria. Il live provoca una scarica di emozioni e di energia impareggiabile. Soprattutto per gli appassionati, il concerto è un momento in cui apprezzare le differenze tra il disco registrato e l’esecuzione live.

Inoltre, non deve essere sottovalutata la possibilità di vedere un artista fisicamente presente, a pochi metri da noi, non mediato da alcun mezzo di comunicazione. A ciò bisogna aggiungere le interazioni che, anche se non sempre, è possibile avere con gli artisti stessi: incontrarli se si è disposti ad aspettare dopo il concerto, prendere qualche oggetto da loro lasciando tra la folla quando ci si trova nelle prime file.

Un evento unico e circoscritto che crea unione

Inoltre, ogni concerto è un evento unico che non si ripeterà mai più. Potranno essercene di simili, persino con la stessa scaletta, ma si tratterà sempre di qualcosa di nuovo ogni volta. Questo permette anche di considerare l’evento stesso come una sorta di “parentesi di libertà”, qualche ora in cui mettere a tacere i problemi e le preoccupazioni del quotidiano e sentirsi liberi, spensierati e giovani.

Infine, in un contesto simile si sviluppa necessariamente una sensazione di vicinanza con i presenti: con l’artista, certo, ma anche con gli altri spettatori. La musica, l’atmosfera e le nostre emozioni sprigionano un’energia condivisa che non può che creare un senso di forte unione.

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