L'installazione luminosa che sanifica gli spazi pubblici

Il designer olandese ha realizzato un'opera in grado di depurare gli spazi pubblici dal Coronavirus rendendoli luoghi di incontro sicuri

29 Marzo 2021

Il Coronavirus ci ha tolto la possibilità di stare insieme, di incontrarci e socializzare, di assistere a concerti, spettacoli e manifestazioni. Privazioni che alla lunga stanno pesando molto sull’umore e sulla fiducia nel futuro. Il designer olandese Daan Roosegaarde, però, ha realizzato una installazione chiamata Urban Sun che sanifica gli spazi pubblici rendendoli nuovamente dei posti sicuri dove potersi ritrovare e finalmente stare vicini.

L’installazione dello Studio Roosegaarde è stata realizzata sul ponte “Erasmus Bridge”, il luogo più iconico di Rotterdam, si ispira all’azione della luce del sole e si fonda sulla certezza scientifica secondo cui una specifica emissione di luce ultravioletta a una particolare frequenza può eliminare fino al 99,9% del Coronavirus presente nell’aria.

Sono tanti gli  articoli redatti da scienziati della Columbia University e dell’Università di Hiroshima nei quali si dimostra che “la specifica luce ultravioletta (far-UVC) con la lunghezza d’onda di 222 nanometri può ridurre la presenza di virus, tra cui vari ceppi di coronavirus e virus dell’influenza, fino al 99,9%. Se la tradizionale luce UV da 254 nanometri è dannosa, questo raggio di luce specifico a 222 nanometri è considerato sicuro sia per le persone che per gli animali”.

Urban Sun di Daan Roosegaarde è una installazione sospesa nell’aria che genera un fascio di luce ultravioletta alla lunghezza d’onda di 222 nanometri, e come detto è in grado di sanificare dal Coronavirus lo spazio pubblico illuminato: “Urban Sun esalta la speranza di un futuro migliore e combatte l’impatto negativo dell’isolamento sociale, puntando a rendere più accessibili e sicuri i festival culturali, gli eventi sportivi, le piazze pubbliche, i cortili delle scuole e in generale i luoghi d’incontro”, ha spiegato Studio Roosegaarde.

Daan Roosegaarde ha inoltre dichiarato: “Improvvisamente il nostro mondo è pieno di barriere di plastica e adesivi di distanziamento, la nostra famiglia ridotta a pixel sullo schermo di un computer. Cerchiamo di essere gli architetti della nostra nuova normalità e di creare luoghi per incontrarsi e interagire”.

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