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L'ultima incredibile scusa del ministro Fedeli sul titolo di studi

La neo ministra dell'Istruzione ha deciso di inviare una replica via lettera

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Non si placano le polemiche scaturite dalla pubblica ammissione che il neo ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli, sul suo titolo di studio.

Fedeli si è fondamentalmente scusata, chiedendo di essere giudicata per i risultati del suo lavoro da ministra nei prossimi mesi in una lettera rivolta a Sergio Staino, condirettore de L’Unità.

Una difesa a mezzo stampa scaturita dall’attacco della stampa avversa e non, tra cui Il Giornale, Libero e Il Fatto che avevano accusato il ministro di aver mentito sulla sua laurea.

Allusione avanzata dal giornalista Mario Adinolfi, cronista e attivista fondamentalista cattolico già deputato del PD, che aveva scritto su Facebook:

Fedeli mente sul proprio titolo di studio, niente male per un neoministro all’Istruzione. Dichiara di essere “laureata in Scienze Sociali”, in realtà ha solo ottenuto il diploma alla Scuola per Assistenti sociali Unsas di Milano

Adinolfi si riferiva alla sezione del suo sito “Chi sono”, nella parte in cui si leggeva (la bio è stata poi rivista): «Finite le scuole mi sono trasferita a Milano per iscrivermi dove ho conseguito il diploma di laurea in Scienze Sociali, presso UNSAS».

Come hanno fatto notare diversi giornali, quando Fedeli ha finito di frequentare la scuola di Servizi Sociali, nel 1971, il valore legale del diploma di Servizi Sociali – che più tardi sarebbe stato equiparato a una laurea triennale – non era ancora stato riconosciuto.

Nella lettera all’Unità, Fedeli ha ammesso di aver scritto una cosa non vera nel suo curriculum e si è scusata per quella che ha definito “una leggerezza”:

Voglio fare chiarezza: c’è stata – evidentemente – una leggerezza, da parte mia, un errore nella cura e nella gestione del racconto di un passaggio della mia vita, quello del titolo di studio. Ho fatto le scuole per diventare una maestra d’asilo, lavoro bellissimo che ho fatto da giovanissima per qualche anno. Poi ho frequentato, diplomandomi, la scuola che all’epoca formava gli assistenti sociali. Oggi questi percorsi di studio sono completamente cambiati e d’altra parte – per me come per te – la vita ha preso un’altra strada: la passione politica e l’impegno nel sindacato sono state le mie scelte di vita. So che molti tra le lettrici e i lettori dell’Unità hanno compiuto le stesse scelte nel tempo e molti di loro sono stati i miei compagni nella storia, difficile, bellissima e quotidiana, di questo Paese. Di questa leggerezza, di questo errore, mi scuso, con tutte e tutti, soprattutto con coloro che fanno parte del mondo della scuola, dell’università e della ricerca

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