Maturità : i consigli ai genitori dei maturandi

Nei giorni dell’esame di maturità, i genitori sono spesso più tesi dei figli. È importante però controllarsi, evitando troppe domande e pressioni

21 Giugno 2017
Fonte: Pixabay

L’esame di maturità, al quale razionalmente si dovrebbe andare incontro pacificamente, affrontandolo come una prova finale nella quale dimostrare niente di più di quanto appreso nel corso dell’anno scolastico, è in realtà inevitabilmente vissuta con angoscia. Sin da settembre, infatti, i maturandi sono caricati di ansie e aspettative non solo dalle loro proprie ambizioni ma anche, e soprattutto, da professori e genitori.

Con l’avvicinarsi delle prove scritte e orali, poi, cresce la paura di dimenticarsi tutto, di trovare tracce particolarmente complicate o ostili, esercizi sconosciuti o domande formulate in modo poco chiaro. A questa ansia generalizzata si aggiunge la paura di deludere i genitori che spesso, in queste occasioni, anziché rassicurare i figli sembrano più in ansia di loro.

Le ansie dei genitori

Se da un lato è normale che i genitori siano agitati al pensiero che i loro figli debbano sostenere un esame il cui solo nome “maturità”, trasmette un certo panico, dall’altro è importante che siano loro per primi, da adulti già maturi da molto, a gestire la propria ansia evitando di generare ancora più apprensione nei figli. I genitori, al contrario, devono rappresentare figure di supporto e non di peso.

Questo ruolo risulta particolarmente importante nei giorni delle prove scritte e soprattutto tra la prima e la seconda prova, che si distaccano solamente di un giorno. Alla fine della prima prova, in genere, gli studenti sono invasi da ansie e dubbi, e il genitore dovrebbe astenersi dall’insistere per sapere quale traccia abbiano svolto, come sia andata, cosa abbiano scritto, a meno che non sia il figlio a manifestare questa volontà di confronto. Meglio dedicare le energie a prepararsi, anche psicologicamente, per la seconda prova.

Parlare senza chiedere troppo

Dunque è bene che il figlio racconti, sfogando parte dello stress accumulato durante la giornata e la prova, ma senza che venga tempestato di domande specifiche, ormai assolutamente inutili. Evitate anche di domandare perché sia stata scelta una traccia piuttosto che un’altra: ciò ingenererebbe solo ulteriori incertezze, l’ultima cosa che serve per arrivare in forma nel giorno della seconda prova.

È molto importante, infine, che i genitori non si mostrino ossessionati da quello che sarà l’esito dell’esame. Il voto della maturità non ha mai cambiato la vita di nessuno e caricare i figli di aspettative non li aiuterà certo. Molto meglio sarebbe ribadire che il voto in centesimi non corrisponde a un giudizio sulla persona.

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